In occasione del debutto di ‘Super House’, abbiamo parlato con Giulia Sara Salemi di tv, musica e social. La nostra intervista.

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Dal 20 dicembre su Super! va in onda Super House, il nuovo format editoriale tutto italiano prodotto da House of Talent. Super House permetterà di spiare dal buco della serratura la casa di Super! e tutto quello che succede all’interno, compresi i tre protagonisti: Anais Mariani, Leonardo Cairoli e Matilde Cairoli. I tre giovani talent daranno vita ad esilaranti gag durante il corso della giornata e saranno aiutati, a combinare grandi disastri, da un altoparlante Bluetooth. Tra gli ospiti del format, anche Giulia Sara Salemi, con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere su questa esperienza.

Partiamo da Super House, raccontami quest’esperienza. Com’è stato per te tornare sul set?
Non me l’aspettavo, arrivavo da un periodo bruttissimo. Ero stressata per la scuola, per il lavoro e mi ero appena lasciata con il mio ragazzo. Appena arrivata sul set, però, mi è cambiata la giornata. Per tanti giorni sono rimasta felice. Io amo recitare e tornare sul set è stato proprio bello. Poi il mio personaggio farà ridere, perché me la tiro un sacco.

Ho letto che sarai la Crush Vip, ma in che senso?
Sarò la ragazza vip di cui è innamorato il protagonista Leo. È stato troppo divertente, ogni volta c’erano battute che facevano molto ridere.

Giulia Sara Salemi

La tv in realtà tu la conosci. Cosa ti porti dietro di ogni esperienza?
Stare davanti alle telecamere mi fa sentire sicura. Ho il controllo della situazione. Mi rigenera, perché sento di essere al posto giusto. La cosa più bella di questa esperienza è tuttavia che Super House è un programma per bambini, dagli 8 agli 12 anni. Gli argomenti trattati sono freschi, genuini. Sono cose belle e divertenti, per cui è stato bellissimo tornare a girare scene di questo tipo.

Parliamo invece di musica? Mi sembra che la musica sia la tua valvola di sfogo.
Assolutamente. Io scrivo tanto e ho pubblicato anche una canzone, 2Pazzi, che fa parte di un progetto musicale ben definito a cui lavoriamo costantemente. La musica è stata la mia salvezza. Ogni artista che si rispetti trova la sua salvezza nell’arte. Disegnare, scrivere, recitare, fare musica sono le cose che ci salvano. Ne sto uscendo in questo modo, ora vedo un po’ il sole.

Com’è stato esibirsi al Marlù Webboh Fest?
È stata un’emozione incredibile! Prima di salire sul palco avevo tremila paranoie, facevo respirazione. Poi mi sono sentita felice e basta.

Immagino che portare la propria musica sul palco sia una grandissima emozione.
Mi hanno chiesto se volevo cantarla in playback, ma ho detto di no. Sarebbe stato più facile e tranquillo, ma che vogliamo fare? Scherzare o fare sul serio?

Mi sembra chiaro che tu stia lavorando tantissimo alla tua musica.
Ci sto lavorando tanto. Ho chiaro questo: non ho intenzione di fare nulla che non esprima me stessa. Purtroppo o per fortuna, per le persone sono sempre energica, sorridente e perfetta. In realtà però non sono così, anche io ho i miei momenti no. Non riesco tuttavia a buttare fuori queste cose, perché mi trovo in un mondo abbastanza superficiale. Non vogliono neanche sentirle, skippano. Credo che la musica ti permetta di arrivare al cuore delle persone e ti faccia capire che siamo tutti uguali. Abbiamo tutti le stesse paure e gli stessi desideri, e la musica è il filo universale che ci unisce. Con la musica voglio far entrare le persone nel mio mondo, distruggere la mia maschera che è apparenza e farli entrare nella mia essenza.

Però tu a me sembra tu ti esponga anche nei tuoi momenti no.
È una scelta, dipende. Prima tenevo un registro più distaccato e, quando stavo male, non lo mostravo. Ultimamente ho capito che i social giudicano molto, ma non me la sento di far vedere che è tutto bello e tranquillo. Non mi va che mi giudichino per quello che non sono, così non mi conosceranno mai. Mi sto aprendo un po’ di più, anche grazie alla musica. Non posso far uscire una canzone depressa e mostrare sui social che sono sempre felice. Non corrisponderebbero i due aspetti. Per questo abbiamo iniziato con 2Pazzi, è la forma più simile a come mi vedono le persone.

Giulia Sara Salemi

Ti piace curare le grafiche del tuo progetto musicale?
Il corpo è un involucro, ma la maggior parte della gente si preoccupa solo di quello. Ciò che è importante è quello che c’è dentro, ti permetterà di fare strada. Quindi bisogna fare attenzione anche alla parte grafica perché è rilevante all’interno del progetto, ma è il contenuto la parte più importante. La parte più importate della musica secondo me è quella. Quanto è vero il testo? Mi rappresenta? Quanto la melodia aderisce a quello che c’è scritto?

La sincerità, per te, è molto importante quindi.
La musica deve essere verità. Oppure può essere un’illusione di qualcosa in cui isolarti. L’importante è non raccontare qualcosa che non si è.

E in Stardust come va?
Sono in Stardust da più di un anno. Ci sono entrata per caso ed è stato l’inizio del mio percorso sui social, perché poi da lì tutto è esploso. Non ho mai voluto fare l’influencer e lo ripeterò fino alla morte. Lo faccio perché sono stata molto fortunata, ci sono persone che mi seguono e mi prendono come esempio. Mandarli a quel paese mi sembra disonesto. Lo faccio perché ho avuto un’occasione e sarò sempre grata alla Stardust per questa opportunità. Io assorbo come una spugna e vedendo le persone con l’obiettivo di fare l’influencer ho appreso subito. Ho avuto una crescita esponenziale, ma ora in Stardust sto andando molto meno perché seguo molto la scuola. È l’ultimo anno e ci tengo che vada tutto bene. Devo stare molto attenta, per cui quando c’è scuola sto a casa mia.