Con Generazione Giovani abbiamo ascoltato le parole di Valeria Campagna, giovane candidata e capolista di 25 anni al Consiglio Regionale del Lazio, per la lista civica D’Amato.

Con Generazione Giovani abbiamo ascoltato le parole di Valeria Campagna, giovane candidata e capolista di 25 anni al Consiglio Regionale del Lazio, per la lista civica D’Amato.

Abbiamo parlato di sistema scolastico, salute psicologica dei giovani, nuove sfide che la Regione dovrà affrontare e molto altro.

Il rapporto tra candidati under 27 e over 27 è nettamente a sfavore delle classi più giovani. Come te lo spieghi?

Io nel 2016 sono stata la più giovane consigliera comunale eletta d’Italia. Avevo 18 anni e una settimana dopo le elezioni sono andata a sostenere la prima prova della maturità. A 25 anni sono la più giovane capolista delle elezioni regionali e, proprio nella mia lista, abbiamo la candidata più giovane di tutta la tornata elettorale: Francesca Caschera, 19 anni. Lo dico perché facciamo parte di un modo di intendere la politica aperto e plurale. Che include una visione femminista e generazionale. Ho preso un impegno con me stessa: fare in modo che storie come la mia non siano più l’eccezione ma la regola. Il percorso è ancora lungo e, purtroppo, non mi stupisce un rapporto così a sfavore delle classi più giovani.

Sei tra le poche candidate under 27 per queste elezioni regionali. Cosa puoi dare di più rispetto ai candidati più adulti?

Rappresento i problemi della mia generazione. So di cosa hanno bisogno i giovani perché sono i bisogni anche miei, 25enne studentessa e lavoratrice. Proprio qualche giorno fa ho firmato l’appello ‘La Regione che ci Meritiamo’ della Rete degli Studenti Medi. Un appello, fatto di idee e proposte, che è un vero e proprio grido generazionale che politica ed istituzioni deve raccogliere.

Quali proposte? Cosa propri per la loro realizzazione?

Bisogna ripensare profondamente il sistema scolastico attraverso un nuovo piano per il dimensionamento e con investimenti che vadano a contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico. Proprio su questo vogliamo istituire il bando ‘scuole aperte’ che porterà ad un ripensamento totale degli spazi scolastici aperti non solo la mattina ma tutto il giorno. Ragazzi e ragazze potranno frequentare la scuola per corsi di approfondimento, recupero carenze, laboratori artistici ed attività sportive. Un servizio non solo per gli studenti e le studentesse, che li sottrae dal pericolo della dispersione scolastica, ma anche per i genitori e per i territori. La scuola deve diventare un punto di riferimento e di crescita per tutta la comunità, dove nessuno deve rimanere indietro. Perché la scuola è un diritto, non un lusso. Poi bisogna risolvere la carenza cronica di spazi di aggregazione: occorre una mappatura di tutti i luoghi, comune per comune, che possono essere recuperati e riutilizzati per quelle finalità di cui i giovani hanno bisogno: studiare, lavorare, intrattenere relazioni sociali.

Cosa ne pensi delle iniziative poste in essere dalle politiche giovanili della Regione Lazio negli ultimi cinque anni?

Sono stati fatti incredibili passi in avanti. La giunta Zingaretti, di cui faceva parte anche D’Amato, ha dimostrato visione e coraggio con interventi progressisti che hanno portato grandi benefici. Cito alcuni esempi come ‘Itinerario Giovani’ un progetto della Regione Lazio che ha portato a risultati importanti. A Latina, la mia città, il progetto ha finanziato la concessione tre spazi ad una giovane impresa under 35. Sono quindi nati un chiosco sul lungomare, una sala prove musicale ed un’aula di coworking e studio. Potrei citare tanti altri casi, mi limito a riportarne un altro che mi sta molto a cuore relativo alla salute psicologica dei giovani: il progetto ‘aiutamente’ che ha fatto da apripista all’introduzione del bonus psicologo. È stato fatto un grande lavoro. Dobbiamo, con Alessio D’Amato, raccoglierlo e portarlo avanti. Migliorandolo e cercando di accrescere la qualità della vita dei nostri giovani.

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Negli ultimi cinque anni la Regione Lazio è stata un punto di riferimento per i giovani. In che modo intendi continuare a coinvolgerli?

Come detto: ripartendo dal buon lavoro svolto e migliorandolo con convinzione e radicalità. Ad esempio, sulla salute psicologica, dopo il bonus psicologo dobbiamo introdurre lo psicologo di base. Sono sempre di più, considerati anche i due anni di pandemia, i segnali di malessere psicologico tra i giovani. Lo psicologo di base è una figura di affiancamento al medico di base in grado di intercettare e prevenire i segnali del disagio. La salute mentale è salute, come quella fisica. Sempre nell’ottica di raccogliere e portare avanti servono nuovi interventi per la formazione e per le politiche del lavoro. Ecco perché, se dovessi essere eletta, una delle prime cose alle quali lavorerò sarebbe l’introduzione del reddito di formazione: un’indennità mensile di 800 euro che permetterà ai giovani in cerca di prima occupazione di ottenere una formazione finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro. Non solo assistenzialismo ma un vero e proprio percorso di accompagnamento verso il mondo del lavoro.

Qual è il campo in cui i giovani hanno bisogno di maggior sostegno? La Regione può essere un alleato in questo senso?

La Regione non solo può, ma deve essere un sostegno. Sicuramente le politiche occupazionali, per la scuola, per la formazione e l’università. Ma aggiungo anche l’importanza, per i giovani, di potersi muovere liberamente nel proprio territorio. Per andare a scuola, ad esempio, ma anche per motivi personali. Ecco perché vogliamo introdurre tariffa zero: l’utilizzo del trasporto pubblico completamente gratuito per gli under25. Perché il diritto alla mobilità è fondamentale, non solo per la tutela dell’ambiente ma anche per l’autonomia delle persone di potersi spostare, soprattutto dei più giovani. 

Quale messaggio vuoi lanciare ai giovani della Regione Lazio in vista delle elezioni del 12 e 13 febbraio?

Intanto che è importante andare a votare: solo noi possiamo scegliere da chi essere rappresentati al meglio e non andare a votare, magari per disinteresse o spesso per disillusione, significherebbe rinunciare a dare voce alle nostre esigenze che finirebbero all’ultimo posto delle priorità dell’agenda politica. E poi voglio dire di andare a votare, mai come questa volta, non pensando solo alle ideologie politiche ma alla credibilità delle persone che sono candidate. Abbiamo l’occasione, non solo di difendere il lavoro fatto in questi anni ma anche di rendere questa Regione una Regione a misura di giovani. E quindi a misura di futuro. Lo possiamo fare con Alessio D’Amato grazie alla sua concretezza, alle persone che sono candidate con lui e soprattutto grazie ad un programma che dà molto spazio ai giovani e alle donne. Che, al contrario, sono assenti nel programma della coalizione di destra. Sono convinta che ci sia un altro modo di fare politica, dal basso, in modo aperto, libero e plurale. Questa è “l’altra storia” che stiamo provando a raccontare. Questa è “l’altra storia” che vogliamo portare in Regione Lazio.