Dal 12 al 28 settembre Savignano sul Rubicone ospita SI FEST 2025 con un focus sulla fotografia che racconta conflitti e crisi ambientali.

Torna uno degli eventi più attesi nel panorama della fotografia italiana. La 34ª edizione del SI FEST è, infatti, in programma dal 12 al 28 settembre 2025, per tre weekend consecutivi (12–14, 20–21, 27–28 settembre) a Savignano sul Rubicone. Organizzato dall’associazione Savignano Immagini, il festival è diretto da Manila Camarini, Francesca Fabiani, Jana Liskova e Mario Beltrambini e, in questa edizione presenta il tema Geografie Visive.

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In un mondo segnato da crisi ambientali, conflitti geopolitici e identità in trasformazione, la rassegna 2025 propone la fotografia come strumento per esplorare territori fisici, emotivi e immaginari, offrendo nuove mappe per comprendere il presente. “Viviamo un tempo in cui i confini si spostano, si sfaldano, si ridefiniscono”, dichiara il comitato artistico. “Ogni fotografia è una traccia: un frammento di paesaggio, una memoria incisa, una soglia che ci aiuta a leggere il presente e a immaginare il futuro”.

© Spandita Malik, Courtesy Robert Mann Gallery
© Spandita Malik, Courtesy Robert Mann Gallery

Il tema si configura, dunque, come un invito a ripensare il nostro rapporto con lo spazio, non solo fisico ma anche interiore. Attraverso lo sguardo di fotografi internazionali, il festival mappa paesaggi naturali, urbani e simbolici, dando voce a chi resiste, a ciò che svanisce e a ciò che ancora non ha nome. “Il SI FEST è uno dei momenti di punta della nostra Dolce estate”, sottolineano il sindaco Nicola Dellapasqua e l’assessora alla Cultura Roberta Armuzzi. “Arriviamo al 2025 con una direzione artistica radicata nel territorio, ma capace di parlare un linguaggio universale. A Savignano siamo stati precursori della fotografia, e oggi ne portiamo avanti l’orgoglio.”

I protagonisti del festival 2025

Tra i nomi confermati spicca Hashem Shakeri, fotografo iraniano che con il suo lavoro sull’Afghanistan post-Talebani racconta un’umanità invisibile: donne private dell’istruzione, minoranze perseguitate, vite sospese. Le sue immagini, curate da Manila Camarini, rifiutano il sensazionalismo per abbracciare un’empatia poetica, trasformando il silenzio in un grido di dignità. Altro progetto dirompente è Skagit Valley di Michael Christopher Brown, che utilizza l’intelligenza artificiale per immaginare un futuro post-apocalittico dell’agricoltura nella Skagit Valley. Spingendo i confini della fotografia documentaria verso scenari visionari.

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Ragnar Axelsson, testimone delle comunità artiche da oltre quarant’anni, porta Where the World is Melting, un’elegia in bianco e nero sui ghiacci che scompaiono e sulle tradizioni a rischio in Groenlandia, Siberia e Islanda. Le sue immagini, cariche di urgenza, sono un invito a preservare un mondo fragile. Spandita Malik, invece, trasforma la fotografia in un atto politico e femminista con Jāḷī—Meshes of Resistance. L’artista indiana stampa ritratti di donne sopravvissute alla violenza su tessuti khadi, invitandole a ricamarli, creando opere corali che restituiscono agency alle protagoniste.

E ancora, Evgenia Arbugaeva, con il suo stile fiabesco, trasporta il pubblico nella Siberia artica, dove la luce e il silenzio si fondono in scatti onirici che celebrano la bellezza fragile della natura. Più intimo è Doppia Uso Singola di Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, curato da Patricia Armocida (qui l’approfondimento di Revenews). Il cantautore siciliano presenta un lavoro fotografico nato da anni di scatti in viaggio: camere d’albergo, oggetti dimenticati e spazi vuoti raccontano la solitudine e l’identità nomade, in un dialogo tra malinconia e memoria.

Michael Christopher Brown, Skagit Valley
Michael Christopher Brown, Skagit Valley

Mostre e progetti collettivi

Ma il festival si arricchisce con altre voci. Barbara Diener esplora spiritualità e appartenenza nelle comunità rurali tra Europa e Stati Uniti, mentre Khashayar Javanmardi documenta la crisi ecologica del Mar Caspio. Roselena Ramistella offre un ritratto autentico della Sicilia rurale, e Taysir Batniji riflette su perdita ed esilio attraverso le chiavi di case abbandonate a Gaza.

Khashayar Javanmardi, Caspian
Khashayar Javanmardi, Caspian

La mostra collettiva Oltre la soglia, curata da Mario Cresci per gli 80 anni della cooperativa Cocif, intreccia archivi storici e immagini contemporanee. Ilavori premiati di Federico Estol, Aleks Ucaj e Fabio Domenicali, insieme al racconto dell’alluvione in Romagna, completano il programma.

Due omaggi, infine, celebrano Marco Pesaresi: uno legato a Bellaria Igea Marina e l’altro, a Rimini, ispirato al libro Rimini di Pier Vittorio Tondelli, in un dialogo tra testo e fotografia. Il festival si espande con incontri, letture portfolio, laboratori scolastici, visite guidate e progetti partecipativi, coinvolgendo l’intera comunità di Savignano e oltre.

Immagini da Ufficio Stampa / In copertina: Federico Estol, Heroes del Brillo

Revenews