Le politiche economiche dei principali partiti italiani si intrecciano, in ottica europea. Crescita, investimenti e rifiuto dell’austerity tra i punti comuni dei programmi elettorali.

Dal centrodestra al centrosinistra, tutte le politiche economiche per risollevare l’Italia e l’Europa.

Quando si parla di economia si tocca sempre un tasto delicato. Le politiche economiche adottate dai partiti raramente combaciano, il che rende il dibattito sempre molto acceso e confuso.
Nel panorama europeo, in vista delle elezioni del 26 Maggio, si riscontrano simili dibattiti e diversi piani d’azione preferiti dai partiti. Tuttavia alcune proposte si intrecciano tra i vari programmi elettorali, presentati dai partiti italiani. Vediamo quali.

No austerity, politiche economiche condivise

Il rifiuto dell’austerity è uno dei punti chiave di alcuni dei programmi elettorali dei partiti.
Fratelli d’Italia, ad esempio, accusa le precedenti politiche economiche di austerità, imposte dall’Unione Europea, di aver causato l’impoverimento della popolazione, la crisi di numerose aziende e l’crescita del tasso di disoccupazione. Per uscire da questa situazione, Fratelli d’Italia propone un imponente piano nazionale ed europeo di investimenti pubblici.
Gli investimenti dovranno essere diretti verso i settori più penalizzati dalle politiche d’austerità, come le infrastrutture, i trasporti, l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza dei territori.

Anche il Movimento 5 Stelle condivide la stessa linea di pensiero. Le politiche di austerity, si legge nel programma del movimento, hanno diminuito il potere d’acquisto delle famiglie italiane dell’8%, contribuendo a rendere la popolazione sempre più povera. La proposta del movimento per uscire da questa situazione si focalizza principalmente su tre punti.

I punti per il superamento dell’austerity, le politiche economiche del Movimento 5 Stelle

Innanzitutto è necessario ridurre gli squilibri nell’Eurozona. Dal momento che i surplus prodotti da alcuni Stati rendono l’Europa instabile, questi condizionano pesantemente soprattutto i paesi del Sud, compresa l’Italia.
In secondo luogo, il movimento risponde con un secco rifiuto alla proposta europea di creazione di un nuovo fondo monetario europeo (FME). Così come concepito il FME può diventare uno strumento di punizione per gli Stati in difficoltà. Ricordando il trattamento riservato alla Grecia negli ultimi anni, il movimento richiede, invece, misure e strumenti che affrontino le cause profonde che sono all’origine dei crescenti squilibri macroeconomici.
L’ultima proposta per superare le politiche economiche di austerity del movimento 5 stelle è condivisa anche dal partito di centrodestra di Silvio Berlusconi, Forza Italia.


Anche Forza Italia auspica, infatti, una revisione della BCE, ricostruendola sul modello americano della “Federal Reserve”. La banca europea deve guardare anche alla crescita, non solo all’inflazione, e deve diventare una banca per i cittadini europei, non per le banche.

Politiche economiche basate sulla crescita e l’occupazione, Partito Democratico e +Europa

Il Partito Democratico presenta proposte economiche legate alla crescita e gli investimenti. Per rilanciare la crescita, l’occupazione e affrontare le sfide della sostenibilità sociale e ambientale occorre un piano straordinario di investimenti in capitale umano, ricerca, infrastrutture materiali, immateriali e sociali, energie rinnovabili, welfare.
Per sostenere ancor di più il progetto economico, il Partito Democratico propone un’indennità europea di disoccupazione. Concepita per evitare il circolo vizioso tra recessione ed austerità, l’indennità europea si presenta come una delle politiche economiche a sostegno dei paesi in recessione e con alti tassi di disoccupazione.
Il partito di Emma Bonino, al pari del Partito Democratico, propone incentivi simili in questa direzione. Quello che propone +Europa, però, è un sussidio per l’occupazione di tutti gli europei.

Le politiche economiche verdi

Alla base delle politiche economiche di alcuni di questi partiti c’è la questione ambientale. Il Partito Democratico condivide l’attenzione verso le politiche ambientali del Movimento 5 Stelle, al pari di +Europa.
Riduzione del numero dei rifiuti, protezione del Mar Mediterraneo e sostenibilità ambientale sono, tra l’altro, temi condivisi da molti partiti.

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Lo sguardo più sostenibile lo adottano, però, i sostenitori di Europa Verde, partito nato dalla fusione di “Possibile” con la “Federazione dei Verdi”. Il New Green Deal è una politica economica di crescita strettamente collegata alla sostenibilità ambientale.

Ascolta l’intervista a Nicoletta Dentico, candidata alle europee con Europa Verde

Le politiche economiche proposte dai partiti, in ottica europea, risultano seguire, quindi, percorsi simili. Le differenze emergono quando dalle proposte scritte si passa alle azioni concrete e pratiche.