I teli della metropolitana di Milano diventano creazioni solidali: l’iniziativa degli Eugenio in Via di Gioia per il nuovo singolo.

Trasformare la musica in un’azione reale, capace di lasciare un segno che va oltre l’ascolto. È da questa idea che prende forma il nuovo capitolo del percorso degli Eugenio in Via di Gioia, una band che da sempre accompagna i propri brani con esperienze, incontri e gesti condivisi. Con Facciamo a metà, singolo uscito per Carosello Records, il progetto legato all’album ‘L’amore è tutto’ trova una chiusura naturale, musicale e simbolica insieme.

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Il brano è una dichiarazione semplice e radicale allo stesso tempo: celebra l’intimità quotidiana, l’amore che si costruisce dividendo pesi, ansie, sogni e responsabilità. Un’idea di relazione lontana dall’eroismo e dalla retorica, che diventa una vera e propria scelta culturale contro l’individualismo e l’autosufficienza forzata.

Coerentemente con questa visione, prima ancora della pubblicazione ufficiale, Facciamo a metà è diventato una sorpresa dal vivo, una serenata dedicata a coppie e “metà” reali. Gli Eugenio in Via di Gioia hanno, infatti, portato la canzone fuori dai palchi convenzionali, trasformandola in un gesto intimo e irripetibile.

Eugenio in Via di Gioia
Foto di Simone Biavatai da Ufficio Stampa

È successo con Tommy Cassi e Ginevra Francesconi, e con Riccardo De Marco (DeNa)per Maria Bosco (Meribi), creator di GeoPop. Momenti privati, poi condivisi pubblicamente non per spettacolarizzare, ma per riaffermare il senso profondo del brano: l’amore come presenza, tempo condiviso, attenzione concreta.

Arte urbana, riuso e responsabilità sociale

La stessa logica ha guidato anche il progetto artistico legato al lancio dell’album ‘L’amore è tutto’. A Milano, la band aveva simbolicamente ribattezzato la fermata della metropolitana Gioia in Eugenio in Via di Gioia, rivestendo gli spazi con grandi teli in PVC. Un intervento urbano temporaneo, pensato per dialogare con la città e con chi la attraversa ogni giorno.

Finita l’installazione, quei materiali non sono diventati rifiuti. I teli sono stati affidati a Malefatte Venezia, progetto della Cooperativa Sociale Rio Terà dei Pensieri, e trasformati all’interno del carcere maschile di Santa Maria Maggiore in borse e accessori unici, andati sold-out in meno di un giorno.

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Un esempio concreto di economia circolare che unisce riuso creativo, riduzione dell’impatto ambientale e opportunità di formazione e reinserimento lavorativo. L’idea alla base è la stessa che attraversa la musica della band: ridare vita a ciò che sembrava esaurito, trasformare materia e persone attraverso il lavoro condiviso.

Come Facciamo a metà, anche Malefatte nasce dalla convinzione che il valore emerga dalla condivisione. Dalla serenata sotto casa a un oggetto ricavato da un telo pubblicitario, tutto racconta una visione coerente e riconoscibile. In questo senso, il recente singolo rappresenta il punto di arrivo naturale di un percorso che arriva fino al palco. La band sarà, infatti, sul palco del Teatro del Parco di Mestredomenica 28 dicembre per salutare il 2025.

Foto di Simone Biavati da Ufficio Stampa

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