Laika presenta a Roma “Shame on You”, l’opera di street art che ritrae un bambino di Gaza mutilato e denuncia le violazioni dei diritti dell’infanzia nel World Children’s Day. Un intervento potente che richiama l’attenzione su Gaza, Sudan e sulle infanzie negate nel mondo.

In occasione del World Children’s Day, Laika – la street artist nota per interventi urbani a forte impatto civile – presenta a Roma la sua nuova opera. Si tratta di Shame on You ed è affissa in via Bobbio, di fronte a una scuola elementare. Un luogo scelto appositamente per amplificare il contrasto tra la celebrazione globale dei diritti dei bambini e la realtà delle infanzie negate in molte parti del mondo.

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L’immagine è potente e impossibile da ignorare. Un bambino palestinese di Gaza, con un braccio e una gamba amputati, lo sguardo scuro e parzialmente coperto, due lacrime nere a solcargli il volto. Sul petto, la frase che dà titolo all’opera, Shame on You. Un messaggio diretto, che Laika definisce rivolto «a tutti gli adulti autori o complici di genocidio».

Laika SHAME ON YOU

L’intervento nasce dalla volontà di riportare l’attenzione su ciò che accade oggi a Gaza e in altre aree del mondo. Proprio nella giornata che – dal 1989, anno della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia – dovrebbe ricordare il diritto universale alla protezione, alla crescita, alla dignità.

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Secondo i dati diffusi da Save the Children, oltre 20.000 bambini palestinesi sono stati uccisi nel genocidio di Gaza dall’ottobre 2023. Una cifra pari al 2% della popolazione totale della Striscia. Se si considerano i minori mutilati, la cifra supera i 64.000. Mezzo miliardo di bambini vive oggi in zone di guerra, mentre in Sudan – dove è in corso un altro conflitto definito genocidario – «ogni dieci secondi un bambino è costretto a fuggire per salvarsi da uccisioni, mutilazioni, reclutamento forzato e violenze sessuali».

Per Laika, continuare a parlare di Gaza e Sudan è «un dovere morale, soprattutto in una giornata che dovrebbe celebrare i diritti dei bambini». Una denuncia che punta a ricordare quanto le promesse sancite 36 anni fa – parità di trattamento, tutela del benessere, protezione, ascolto, diritto alla vita e allo sviluppo – siano ancora lontane dall’essere garantite.

«Quegli impegni sono sistematicamente traditi», sottolinea l’artista, «al punto che il mondo intero dovrebbe provare vergogna». Con Shame on You, Laika ribadisce così il ruolo dell’arte urbana come atto politico, presa di posizione e veicolo di memoria collettiva, trasformando un muro di Roma in un luogo di testimonianza e di responsabilità.

Immagini da Ufficio Stampa

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