A Milano 10·Corso·Como presenta ‘Bernhard Schobinger. Democracy of materials’, mostra tra gioiello e scultura che sovverte i valori dell’ornamento contemporaneo.
È allestita presso 10·Corso·Como fino al prossimo 1° febbraio la mostra Bernhard Schobinger. Democracy of materials, ampio progetto espositivo dedicato all’artista svizzero Bernhard Schobinger (Zurigo, 1946). Curata da Alessio de’ Navasques e realizzata in collaborazione con la Galleria Martina Simeti, l’esposizione milanese è dedicata alla figura chiave nella ridefinizione del gioiello come linguaggio artistico contemporaneo e prosegue la riflessione sul senso dell’ornamento. Attraversano architettura, design e arti visive.
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L’allestimento comprende sculture e opere-gioiello realizzate da Schobinger dai primi anni Ottanta a oggi, restituendo la ricerca di un artista che ha messo radicalmente in discussione le categorie tradizionali dell’oreficeria. I suoi lavori superano, infatti, le consuete modalità espositive. Alcuni gioielli si trasformano in sculture perché impossibili da indossare, mentre altre opere, pur assumendo forme scultoree, chiedono di essere portate sul corpo.
Ogni pezzo, unico per lavorazione, abilità tecnica e combinazioni inattese, scardina l’idea capitalistica di gerarchia dei materiali e del consumo. E mette in crisi la concezione dell’ornamento come prodotto industriale replicabile. Nei lavori di Schobinger, l’oro e le pietre preziose convivono con elementi poveri, frammenti, scarti e materiali refrattari, dando vita a oggetti che assumono l’aura mistica di amuleti contemporanei.

Il percorso espositivo si articola in isole tematiche, all’interno di un allestimento che include arredi storici di 10·Corso·Como. Il display segue una sorta di “psicogeografia” dinamica, ispirata ai viaggi e alle derive narrative di Anelli di Saturno di W. G. Sebald, libro che ha profondamente influenzato la poetica dell’artista. Ne emerge una ricerca di libertà assoluta: dalla tradizione dell’oreficeria, dai materiali canonici, ma anche dall’idea di coerenza tra forma e funzione.
L’artista
Formatosi come orafo, Schobinger ha presto superato i confini della disciplina, utilizzando oro, argento e gemme in modo provocatorio, attivati da materiali considerati marginali. Emblematico è il caso della collana Juwelen auf Unterhosengumm (2007), dove elastici tengono insieme cristalli preziosi. Così come Spoon Bracelet (1999), scultura composta da calchi in argento di cucchiaini da gelato, e Rotating Square (2020), in cui antiche maniglie in ottone mettono in movimento un segno geometrico essenziale.
La fascinazione per la geometria e il razionalismo della Concrete Art svizzera, maturata negli anni Sessanta, viene presto messa in crisi dall’influenza delle correnti punk e dei movimenti giovanili della Zurigo degli anni Settanta e Ottanta. Da qui nasce una poetica che esplora l’autonomia di forma e colore attraverso la materia stessa. Fino a giungere a una vera e propria “archeologia del futuro”, dove materiali industriali e frammenti recuperati diventano portatori di visioni esistenziali.
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Come scrive il curatore Alessio de’ Navasques, «il lavoro di Schobinger, come una meditazione, diventa sfida verso l’impossibile», capace di trasformare oggetti feriti, scarti e strumenti comuni in costellazioni simboliche e amuleti carichi di energia. Un pensiero condiviso anche da Mariuccia Casadio, che definisce il suo approccio «una declinazione del gioiello che rovescia le priorità e i giudizi di valore», affermando che non è ciò che brilla a determinare il valore di un’opera, ma la sua capacità di evocare, raccontare e trasformarsi in espressione autentica.
Info mostra
Bernhard Schobinger. Democracy of materials
A cura di Alessio de’ Navasques
10·Corso·Como, Milano
12 dicembre 2025 – 1 febbraio 2026
Orari: tutti i giorni 10.30 – 19.30
Ingresso libero
10 Corso Como_Bernhard Schobinger. Democracy of materials, exhibition views