Il direttore del Detroit Institute of Arts spiega a Roma la storia del museo e la forza dello scambio culturale.

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È stata inaugurata al Museo dell’Ara Pacis la mostra Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts, che avrete tempo di visitare fino al 3 maggio 2026. Una mostra unica, che porta per la prima volta in Italia 52 capolavori dei grandi maestri dell’arte europea dal XIX al XX secolo, prestati dal Detroit Institute of Arts. È proprio Salvador Salort-Pons – presente a Roma per l’inaugurazione – a raccontare l’importanza dell’esposizione e dei rapporti di scambio tra Roma e Detroit.

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«Siamo molto entusiasti – commenta – di essere qui a Roma per l’inaugurazione della mostra su questi punti salienti e capolavori dalla collezione DIA presso il Museo dell’Ara Pacis. Siamo anche grati per la collaborazione di cui stiamo godendo con la città di Roma. Stiamo prestando tutti questi fantastici pezzi e, allo stesso tempo, la città di Roma sta aiutando DIA nell’organizzazione della mostra su Caravaggio che apriremo a Detroit nel 2027».

Salvador Salort-Pons e la visione del Detroit Institute of Arts

Uno scambio fruttuoso che inizia proprio dalle opere esposte nella mostra romana, frutto di un collezionismo e di una direzione museale che, agli inizi del ‘900, trasformò Detroit in una vetrina dedita all’arte contemporanea e moderna. «La selezione di queste opere – spiega infatti Salvador Salort-Pons – è eccezionale. Copre davvero un lungo periodo in cui il museo ha raccolto molto astutamente nel corso degli anni. Siamo per esempio il primo museo negli Stati Uniti ad acquisire un dipinto di Matisse, La Finestra. È stata un’acquisizione molto importante».

«All’epoca – continua – artisti come Matisse o Van Gogh non erano così ben considerati negli Stati Uniti da musei o collezionisti. Il Detroit Institute of Arts ha avuto la visione di acquisire queste opere prima che fossero apprezzate. Agiamo così anche oggi e questo approccio si allinea alla storia della città di Detroit
e alla creazione dell’industria automobilistica. Era, all’epoca, una città guidata dall’innovazione, dalla creatività. Nello stesso modo in cui Detroit ha messo il mondo su ruote, DIA ha raccolto incredibili capolavori di Matisse, di Van Gogh di Cezanne e molti altri. Prima che qualsiasi museo in America lo facesse, con la nostra visione strategica».

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