Un nuovo archivio digitale trasforma la storia del Teatro Palladium in patrimonio vivo, accessibile e condiviso grazie al progetto CHANGES.
Un teatro può essere insieme storia, comunità e laboratorio? Al Teatro Palladium sì. E oggi questo patrimonio non sarà più effimero: grazie al nuovo Archivio Digitale del Palladium, progetto guidato dal professor Luca Aversano (Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo di Roma Tre), la memoria del teatro diventa accessibile, consultabile e condivisa.
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“Il progetto – spiega il prof. Aversano, che per anni è stato Presidente della Fondazione Roma 3 e Teatro Palladium – nasce dalla mia relazione con il Teatro Palladium, verso il quale sono stato impegnato in prima persona anche come organizzatore di diversi spettacoli, soprattutto in campo musicale e come curatore di varie rassegne e attività culturali”
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“E’ stato proprio a partire da questa attività che è stata quasi quotidiana per diversi anni, che è venuta l’idea di trovare il modo di lasciare una traccia, un archivio che potesse rendere fruibile al pubblico e alla comunità che frequenta il Teatro Palladium l’immagine stessa di tutto quello che nel Teatro Palladium ha trovato posto, ha trovato luogo, si è svolto in questi anni”
“Si tratta quindi di tracciare la memoria, la vita del teatro, affinché lo spettacolo non resti soltanto qualcosa di fuggevole, che vive nell’hic et nunc della serata e del momento, ma che possa anche possa essere “eternato” in una memoria collettiva”
Teatro Palladium, l’archivio preserva e interpreta
L’iniziativa si inserisce nel programma europeo CHANGES, dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, e rappresenta uno dei suoi nodi applicativi più concreti: mettere la tecnologia al servizio della trasmissione culturale e della fruizione pubblica. Lo spoke interessato è lo Spoke 8, che come spiega il prof. Aversano è più incentrato sul patrimonio materiale.
Fotografie, video, materiali storici, documenti di produzione, testimonianze e memoria orale: tutto confluisce in una piattaforma che non solo preserva ma interpreta. La digitalizzazione diventa così uno strumento di ricerca e di cittadinanza culturale.

Il Palladium, inaugurato nel 1931 come Cinema Garbatella e oggi spazio culturale universitario, diventa un caso studio perfetto per CHANGES: un edificio storico che continua a produrre cultura contemporanea, e che oggi si dota di una infrastruttura digitale per raccontare il proprio percorso tra architettura, spettacolo, territorio e comunità.
Il Prof. Aversano: “Non si studia solo sui libri”
Il progetto coinvolge attivamente anche gli studenti del DAMS, impegnati in produzione, comunicazione e documentazione: «Non si studia solo sui libri – osserva Aversano – si impara lavorando, mettendo in pratica ciò che si apprende, partecipando alla vita culturale del teatro. Il progetto stesso dell’archivio digitale del Teatro Palladium è realizzato grazie al contributo di molti nostri studenti e laureati, che contribuiscono anche alla documentazione sera per sera degli spettacoli perché ovviamente questo è un work in progress».
«Man mano che le stagioni vanno avanti – continua – bisogna documentare, per esempio scattare delle fotografie, fare dei video, delle interviste, insomma cogliere quei momenti importanti che poi devono lasciare una traccia, un filo rosso che renda riconoscibile l’anima stessa del Palladium, un’anima multidisciplinare e che collega un piccolo quartiere come Garbatella con la dimensione nazionale e internazionale, senza dimenticare chiaramente il rapporto stretto con le sue origini. Infatti una costruzione di comunità è un’espressione che si lega estremamente al Teatro Palladium».
L’archivio, in fase avanzata, sarà accessibile nei prossimi mesi e prevede l’interoperabilità con altri archivi europei. Un passaggio naturale per un progetto che non nasce per conservare, ma per condividere: parte essenziale della missione CHANGES, che sperimenta nuovi modelli di patrimonio aperto.
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