Il secondo volume de ‘Il nome della rosa’ illustrato da Milo Manara arriva in libreria il 28 novembre. A Milano la prima mostra integrale delle tavole fino al 15 gennaio.

Una pubblicazione che fa storia. Il 28 novembre arriva, infatti, in libreria il secondo volume de Il nome della rosa illustrato da Milo Manara, che completa così un progetto editoriale atteso in tutto il mondo. A 45 anni dalla pubblicazione del romanzo di Umberto Eco, l’artista veronese firma la sua interpretazione visiva definitiva del capolavoro che conquistò il Premio Strega.

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L’opera, pubblicata nella collana Feininger (vol. 2 di 2, 72 pp., 22 euro), rappresenta un evento internazionale. Un dialogo tra due maestri – Manara ed Eco – che unisce letteratura, arte sequenziale e immaginazione erudita.

Per dare forma al mondo del romanzo, Manara ha lavorato per anni elaborando tre diversi linguaggi grafici. Ognuno illumina una dimensione diversa della narrazione. C’è quella delle meraviglie architettoniche e i marginalia della biblioteca, con sculture, rilievi e miniature medioevali. Quindi, il romanzo di formazione di Adso, diviso tra desiderio, sensualità e la figura enigmatica della Donna. E, infine, la storia dei Dolciniani, e i loro temi ancora attuali: povertà, dissenso, persecuzione della diversità.

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Il risultato non è la semplice trasposizione di un classico, ma una chiosa visiva, perfettamente inserita nella struttura “a libro nel libro” immaginata da Eco. Un’opera che parla del passato con gli occhi del presente, condotta da un Manara ormai ai vertici della sua arte.

In occasione della pubblicazione, dal 27 novembre ilVolvo Studio a Milano accoglie per la prima volta la mostra completa delle tavole tratte dai due volumi del graphic novel. L’inaugurazione è prevista alle 18.00, con la partecipazione di Milo Manara, Nicola Piovani, Chiara Caselli ed Elisabetta Sgarbi.

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L’esposizione assume un significato speciale: celebra i 45 anni del romanzo di Umberto Eco e si inserisce nei festeggiamenti degli 80 anni di Milo Manara. Un’occasione unica per riscoprire Il nome della rosa attraverso una lettura nuova, sensuale e rigorosa, capace di trasformare pietra, inchiostro e mistero nella più ambiziosa interpretazione visiva dell’opera ecoiana.

La mostra, curata da Elisabetta Sgarbi con allestimento di Luca Volpatti, resterà aperta fino al 15 gennaio 2026. Il catalogo è edito dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi.

Tavole da Ufficio Stampa

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