Dal 23 ottobre la Fabbrica del Vapore a Milano ospita la mostra ‘Artificial Beauty’ di Andrea Crespi: ce ne parlano le curatrici Alisia Viola e Sandie Zanini.
Alla Fabbrica del Vapore di Milano, l’arte incontra la tecnologia e la materia dialoga con l’algoritmo. Il 23 ottobre apre, infatti, Artificial Beauty di Andrea Crespi con oltre trenta opere tra sculture, installazioni immersive e dipinti. Lavori che mettono in scena la metamorfosi della bellezza contemporanea: un’estetica in bilico tra umano e artificiale, emozione e codice, memoria e futuro.
L’articolo continua più sotto

La nostra newsletter bisettimanale dedicata al mondo dell’arte e della cultura
A guidare questo viaggio sono Alisia Viola e Sandie Zanini, curatrici del progetto, che costruiscono un percorso capace di intrecciare linguaggi, percezioni e sensibilità differenti. La loro lettura trasforma la Fabbrica del Vapore in un laboratorio di esperienze dove il classico si riformula in chiave digitale e la tradizione dialoga con l’AI, generando un cortocircuito estetico e concettuale.

«Artificial Beauty è una mostra che nasce circa due anni fa, a livello concettuale e curatoriale, e che ha avuto un anno di gestazione e lavoro condiviso: di visione, costruzione e dialogo, fino ad arrivare all’apertura di oggi», spiega Viola. Il risultato è un percorso espositivo che «si articola in circa trenta opere suddivise in tre macro-sezioni: Absent Future, Eternal Beauty e Digital Revolution».
Con esse, prosegue la curatrice, «abbiamo voluto indagare il concetto di bellezza – un tema senza tempo – attraverso i nuovi mezzi e linguaggi del nostro presente. Da qui nasce il titolo Artificial Beauty, come indagine sull’estetica contemporanea e sulle sue metamorfosi tecnologiche».
«La mostra presenta opere inedite, site-specific, realizzate appositamente per la Fabbrica del Vapore, accanto a lavori emblematici del percorso di Crespi, come Ex Human, già esposto in contesti istituzionali internazionali», specifica quindi l’esperta. «Tra le nuove produzioni, spiccano opere come The Artist and the T.I.F. e Portal D.I.E.N.T.R.A.T., che mettono in dialogo passato, presente e futuro in un confronto tra la bellezza classica e quella futuristica».

«Attraverso la dicotomia – cifra stilistica di Andrea – e matericità differenti, la mostra gioca sul contrasto», spiega Sandie. Con l’obiettivo di «interrogare la bellezza in un’epoca in cui la tecnologia e l’artificialità sembrano dominare.
Non è una mostra che vuole dare risposte, ma porre domande. Vuole che l’osservatore dialoghi con l’artista e con il percorso costruito nell’arco di un anno. Per comprendere meglio la nuova estetica contemporanea e come la tecnologia faccia ormai parte della nostra quotidianità. È un viaggio che parte dalle origini dell’arte e arriva a una visione futuristica del suo possibile domani», conclude la curatrice.
Immagini da Ufficio Stampa / Credits foto Giacomo Demelli