Dal 30 settembre al 20 dicembre 2025, la prima personale milanese dell’artista tedesco esplora scultura e pittura in 20 opere inedite.
Dal 30 settembre al 20 dicembre 2025, la Dep Art Gallery di Milano ospita Gerold Miller. Opere, la prima personale dell’artista tedesco nella sede di via Comelico 40. Curata da Frank Boehm, la mostra presenta 20 lavori inediti, appartenenti a quattro serie distinte che sfidano le convenzioni di scultura e pittura.
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“Un’immagine è definita da dimensioni, proporzioni, materiali, composizione, densità, primo piano e sfondo. Tutti questi elementi sono presenti nel mio lavoro”, spiega Miller. L’esposizione milanese esplora in particolare il dialogo tra spazio, colore e forma. Un approccio radicato nella tradizione artigianale ma aperto all’innovazione, l’arte di Miller invita a ripensare i confini dell’immagine, trasformando la galleria in un luogo di riflessione visiva e concettuale.

Le 20 opere esposte, create appositamente per la Dep Art Gallery, appartengono a quattro serie specifiche. Le serie set e instant vision giocano con la bidimensionalità e la tridimensionalità, utilizzando materiali e colori per creare effetti visivi che sfidano la percezione dello spettatore.
Profil esplora invece linee essenziali che evocano silhouette nello spazio, mentre Verstärker, un’opera posizionata liberamente, si impone come presenza scultorea che interagisce con l’ambiente circostante. Ogni lavoro è realizzato con una precisione artigianale che richiama la tradizione della scultura, ma si proietta verso un’estetica contemporanea, dove la cornice diventa un portale tra reale e immaginario.
L’artista
Nato ad Altshausen (Germania) nel 1961, Gerold Miller ha sviluppato un linguaggio unico, formatosi alla Staatliche Akademie der Bildenden Künste di Stoccarda e influenzato dalla vibrante scena artistica berlinese degli anni ’80. Le sue opere, che si collocano al confine tra scultura e pittura, decostruiscono la nozione di immagine, esplorando il rapporto tra illusione e realtà tangibile.
Dagli esordi con le strutture in acciaio e pietra degli anni ’80, Miller ha sempre spinto i limiti dell’arte contemporanea. La serie Anlagen (1990), per esempio, nata nel contesto della caduta del Muro di Berlino, ha segnato un punto di svolta, fondendo scultura e pittura in un dialogo con lo spazio. La sua ricerca, che parte dalla decostruzione dell’immagine, si è evoluta in una pratica che invita lo spettatore a riflettere sulla storia pittorica e sullo spazio indefinito.
La mostra milanese, frutto di una stretta collaborazione con l’artista, è accompagnata da un catalogo bilingue che approfondisce il suo percorso, con un testo critico di Boehm che ne traccia lo sviluppo creativo.
Immagini da Ufficio Stampa