Renato Calaj racconta la sua arte tra street e industrial. A Bienno, il borgo diventa laboratorio creativo tra installazioni e opere site-specific.
Originario della Val Camonica, da ormai quattro anni Renato Calaj vive a Bienno, dove – nella via principale del borgo – sorge anche la sua bottega. Mentre Calaj colora tele con spunti di graffitismo e industrial art, il Palazzo Simoni Fè accoglie le sue installazioni industriali, frutto di una ricerca che proprio nel Borgo degli Artisti 2.0 ha trovato la sua massima espressione.
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«Conoscevo molto bene Bienno perché sono della valle. – ci racconta proprio nella sua bottega – Ho detto Vado a farmi un giro. Volevo vedere com’era il contesto e invece sono venuto qui ad abitare. All’inizio volevo stare solo un anno e poi andare a Milano, perché lavoro con le gallerie di Roma e Milano. Poi, però, ho conosciuto Cinzia (Bontempi, ndr) e mi ha raccontato della residenza che voleva realizzare. Mi sono fermato qui».

A Roma, Renato Calaj è legato alla galleria Contemporary Cluster, dove nel 2024 ha tenuto la sua prima personale nella capitale, Transeunte. «C’erano quattro stanze enormi. – ricorda l’artista – Il punto centrale era un’installazione site specific: un tappeto di 5×4 metri con sopra una struttura di ponteggi. Ho realizzato una struttura vera e propria. Nelle altre stanze ho esposto quadri e piccole installazioni. Nell’ultima stanza un altro tappeto con quattro pilastri. È andata bene, sono molto contento di quella mostra».
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Attualmente, sempre a Roma, Calaj espone – insieme ad altri artisti – presso la Regione Lombardia: la mostra INTUS 2025 – fino al 20 febbraio 2026 – è curata da Domenico de Chirico ed Eleonora Angiolini. «Mi hanno selezionato per questa mostra che fanno ogni anno. – ci dice – Ho fatto poi una mostra a Bergamo in una fabbrica dismessa. Il contesto era perfetto per le mie opere. Come avrai notato, mi concentro molto su arte industrial e street, uso anche bombolette spray e questi numeri. Mi piace che il contesto sia uniforme».

Nello sviluppo di un processo creativo, il borgo di Bienno per Renato Calaj è stato fondamentale. «Qui mi sono ritrovato con la mia ricerca personale. – ci spiega – Milano e Roma mi distraggono, mentre a Bienno ho quel tempo di cui ho bisogno e posso soddisfare la necessità di esprimermi meglio. Il paese mi ha dato un rilancio verso questa nuova ricerca sulle installazioni. Proprio qui è nata l’installazione in cemento armato che trovate al Palazzo Simoni Fè: è stata creata in questa bottega». Chiediamo a Calaj se – prima di Bienno – erano nate altre installazioni, magari meno sentite: «Erano solo idee – ci risponde – perché ero distratto tra Milano, Roma e Francoforte. A Bienno ho trovato il giusto relax».
Aiuta molto, nel Borgo, la presenza di artisti provenienti da ogni parte del mondo per le residenze. «Vedi la loro arte e ricerca e fai un confronto. – ci spiega Renato – Si fermano qui per mesi e ho la possibilità di approfondire cosa fanno e cosa cercano di esprimere. Si cresce sia personalmente che professionalmente. È proprio molto stimolante».
Foto: Bienno/Petrò Gilberti