Venerdì 30 ottobre esce ‘X Factor Mixtape 2020’: i Little Pieces of Marmelade ci raccontano il loro inedito.

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Se i Little Pieces of Marmelade hanno intenzione di sconvolgere X Factor, l’inedito One Cup of Happiness è un ottimo punto di partenza. Venerdì 30 ottobre sarà disponibile X FACTOR MIXTAPE 2020 (Sony Music Italy), l’album contenente i brani originali dei 12 concorrenti del Live di X Factor 2020. L’importanza che in questa edizione è stata data agli inediti è, del resto, stata sottolineata a più riprese. E così, non solo in occasione del primo live i concorrenti presenteranno i loro inediti, ma i brani saranno ufficialmente rilasciati il giorno successivo.

Ne parliamo con i Little Pieces of Marmelade. Daniele, insegnante di chitarra, ha 25 anni e Francesco, sound engineer, ha 24 anni. Entrambi vengono da Filottrano (AN). Sono un duo crossover: Daniele, il batterista, è anche la voce principale e suona il piano elettrico, mentre Francesco suona chitarra e il sinth, oltre a rappresentare la seconda voce. Il loro inedito è One Cup of Happiness.

Ciao ragazzi, che effetto fa poter presentare sin da subito un inedito e rilasciarlo ancor prima, praticamente, che questa avventura inizi?
Fa un effetto strano, nonostante la situazione attuale che c’è in Italia e nel mondo. Possiamo presentare un inedito nostro, e non una coverina, su un palco come quello di X Factor. E possiamo presentarlo in questo momento, in cui è tutto stoppato e tutto fermo in giro.

Raccontatemi di questo brano: com’è nato innanzi tutto?
In realtà il significato del brano è semplice. È scaturito da una delusione d’amore. il ritornello dice One shot, one caress and please goodbye. Insomma Un colpo, una carezza e tanti saluti. Come dire? Non mi rifidanzo più.

Un testo coraggioso per il palco di X Factor.
L’abbiamo messa in una chiave sexy. Non c’è tanta filosofia in questa canzone.

Mi piace perché rispetto a ciò che si sente in giro è diverso. Possiamo dire che è una dichiarazione di intenti.
È un periodo in cui manca una botta di energia. Una canzone a cazzo duro. Possiamo dire le parolacce?

Certo. Fate pure.
Cazzo sì!

Come mai proprio questo inedito?
Tra i nostri brani, è il più piacione. Ha un ritornellone che piace anche a nonna. Ti rimane in mente. Il ritornello resta in testa. Non perché dobbiamo piacere. Noi siamo questo e portiamo quello che siamo anche qua. Non siamo qua per vincere X Factor, è una vetrina e un’occasione unica. Ci siamo ritrovati a fine lockdown in una situazione in cui non si poteva suonare e ci siamo detti Facciamo X Factor e suoniamo su un palco del genere. Perché non farlo? Abbiamo cercato di sfruttarlo come vetrina, è una vetrina enorme.

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Più che legittimo. Sono contenta abbiate fate questa scelta, almeno ci divertiamo anche noi che guardiamo da casa.
Se no sai che palle.

Non volevo dirlo proprio così.
Lo volevi dì.

Com’è questo sodalizio con Manuel Agnelli?
È interessantissimo, non poteva capitarci personaggio migliore. Non solo come giudice. Al di là del contest e della televisione, è stato fighissimo conoscere Manuel e Rodrigo D’Erasmo e iniziare a lavorare con loro. Sono due personaggi estremamente interessanti e che stimavamo già da prima.

Credo che anche da musicisti sia un incontro costruttivo.
Al di là della struttura dei brani e delle melodie, c’è il discorso dei suoni e della scelta del sound. Tipo usare un pedalino piuttosto che un altro, suonare la batteria in un modo piuttosto che in un altro. Secondo noi, è un discorso che manca in tv e manca anche un po’ in Italia. Manca la cultura del suono e con loro c’è un upgrade.

Siete, del resto, un duo un po’ anomalo. Parlo in termini di formazione e di ciò che fate.
Sì, è un fattore importante. È un po’ strana come cosa sia visivamente che a livello sonoro. È una figata.

Ecco, è una figata.
Ci accomunano molto spesso a band come i Royal Blood. Noi non abbiamo mai quel tipo di riferimento. Siamo nati ascoltando molto il blues e Jimi Hendrix. Prima avevamo una band ed eravamo in quattro. Poi ci siamo trovati in due e abbiamo provato a fare in due quello che facevamo in quattro. È uscita sta roba ed è uscita molto bene. Non abbiamo detto Facciamo i Royal Blood. Semplicemente suoniamo questo rock molto massiccio e molto potente, come hanno fatto loro.

Vi avrei chiesto come si era formato questo duo. Mi avete risposto.
Avevamo proprio un’altra band con un altro nome. In due ci siamo trovati molto meglio. Era tutto più immediato, più veloce e paradossalmente molto più fresco. Tutti gli ascoltatori all’inizio ci hanno detto che era una bomba, di continuare in due. E questa cosa ci ha gasato. Anche se all’inizio abbiamo fatto i salti mortali. Avere un cantante batterista è stata dura. O un chitarrista che faceva i numeri e che si è dovuto un po’ contenere. Abbiamo incontrato un po’ di difficoltà, ma ce la siamo giocata bene. Con gli anni ci siamo perfezionati.

A livello sonoro non manca niente. La densità sonora è completa.
Paradossalmente abbiamo capito che la chiave è togliere e non aggiungere. Più togli, meglio è. È inutile mettere strumenti che fanno cosette qua e là. Meglio avere due strumenti che hanno un cazzo lungo così che fanno quello e basta. Questa è la nostra filosofia sonora.

E funziona. Vi aspettavete mai di arrivare ai Live?
Non pensavamo neanche di passare i pre-casting. Noi a X Factor? Impensabile. Step dopo step però abbiamo iniziato a realizzare, sempre con zero aspettative. Tuttora è così. Siamo andati a fare l’audizione e non volevamo convincere nessuno. Non siamo andati lì per convincere Emma Marrone, ma per spaccare la chitarra in faccia a Emma Marrone. Siamo andati lì con quest’intento: spacchiamo tutto, facciamo vedere come si fa casino e chi se ne frega dei quattro sì. Invece ci hanno dato quattro sì.

Alla fine insomma è andata bene.
Eh. Ma siamo contenti. Siamo gasati e daremo sempre il massimo. All’interno di questo programma cerchiamo di crescere sotto ogni punto di vista. Ogni input è oro. Il consiglio durante le prove vale quanto un anno di conservatorio. Siamo molto felici e speriamo di restare qua il più possibile per lavorare con Manuel e Rodrigo e ricevere più consigli possibili.

Immagino di sapere già la risposta a questa domanda, ma ve la faccio lo stesso. Come vivete il confronto con il pubblico televisivo?
Dovremmo smettere di leggere i commenti sui social, nascono e finiscono lì. Per noi sarebbe una vittoria personale riuscire a dimostrare che non si urla e basta. Non si fa solo casino. Abbiamo anche un altro lato e cerchiamo di capire se potrebbe funzionare in una puntata portare qualcosa che non sia solo durezza e furia che abbiamo noi. Non siamo al servizio di quel tipo di pubblico, facciamo ciò che siamo. Chi ci ama ci segua.

Avete un lato romantico insomma.
Sì e, se avremo modo, sarebbe figo mostrarlo in tv. Un lato romantico psichedelico. In due minuti di diretta live non sappiamo quanto si possa fare la psichedelia. Ci stiamo lavorando ora.

Mai dire mai. Il vostro posto comunque per me resta il palco live, anche se il momento è quello che è.
Sottopalco vi spettiniamo.

Mi raccomando sconvolgete X Factor come avete promesso.
Certo, te lo promettiamo. Non ti deluderemo.