Il 20 e 21 settembre, il Parco Ex Paolo Pini di Milano si trasforma in un laboratorio di creatività con il Godai Fest 2025, festival multidisciplinare che unisce arti visive, performative e musica. Ideato da Rodrigo D’Erasmo, Daniele Tortora e Cristiano Carotti, l’evento abbatte i confini tra generi per esplorare temi come sostenibilità, natura e antropocentrismo.
Inserito nel programma Milano è viva, il festival anima la periferia urbana con un viaggio attraverso i cinque elementi della filosofia orientale – Acqua, Aria, Fuoco, Terra e Vuoto – curati rispettivamente da Giovanni Truppi, Daniela Pes, Isabella Ragonese, Rancore e Filippo Timi. In programma, performance e installazioni per dialogo immersivo tra arte e società.
Arti visive
Le arti visive, cuore pulsante del festival, si distinguono per la loro visione transgenerazionale. Per la Terra, Christopher Domiziani presenta Dove è forte la luce l’ombra è più nera, una performance di tornitura che si intreccia con le esibizioni di Rancore e Logos, trasformando il tornio in un set collaborativo. Per l’Acqua, Jonathan Vivacqua crea Ocean, un’installazione di pellicole che simulano il movimento delle maree tra i viali alberati del parco, evocando fluidità e vibrazioni luminose.
Francesca Cornacchini, per il Fuoco, propone La casa della Luce, un’architettura in ferro attivata da torce e fumogeni rossi, un monumento rituale alla forza e alla malinconia del fuoco. L’Aria è rappresentata, invece, da Lulù Nuti con Palco di pane, uno stage scultoreo di materiale organico che ospita la performance Bentu di Francesca Corrias e Mauro Laconi.
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Per il Vuoto, Fabrizio Cicero presenta La notte si avvicina, un’esplorazione di luce e spazio che dialoga con l’Orchestrina di Molto Agevole in una balera post-apocalittica. La sezione Godai Presenta completa il programma con opere di artisti come Gianmaria Marcaccini (Figura Apotropaica), Leonardo Zappalà (Il percussore colpisce l’innesto – Fuoco), Gabriele Silli (Organo del sommerso n.1), e altri, che intrecciano i temi degli elementi in un racconto collettivo.
Mostre e videoarte
Fino al 30 ottobre, poi, l’Ostello del Parco ospita una mostra di pittura e arti visive curata da Luca Grimaldi e Pietro Moretti, con opere ispirate al tema del Vuoto come elemento connettivo.
E durante il festival, il palco Godai accoglie una rassegna di videoarte curata da Angelica Gatto, con sonorizzazioni live di Roberto Lobbe Procaccini. Gli artisti selezionati sono tutti chiamati a esplorare il linguaggio visivo con opere che amplificano l’esperienza sensoriale del festival.
Arti performative: un’esplosione di talenti
Il programma performativo intreccia teatro, musica e narrazione visiva. Per l’elemento Acqua, Giovanni Truppi porta in scena artisti come Ana Lua Caiano, Francesca Corrias e Sarafine, che esplorano la fluidità dell’esistenza attraverso suoni e gesti. Isabella Ragonese, curatrice del Fuoco, presenta performer come Motus e Bluemotion, che accendono il palco con intensità emotiva.
Rancore, per la Terra, coinvolge Logos e Orcrd in esibizioni che radicano il pubblico nella realtà sociale. Daniela Pes, invece, anima l’Aria con talenti come Unterwasser e Future Nomadz, evocando leggerezza e sperimentazione sonora. Infine, Filippo Timi, curatore del Vuoto, guida artisti come Fumettibrutti e Luigi Serafini in performance che esplorano l’invisibile, culminando con l’Orchestrina di Molto Agevole.
Un momento unico è l’opera Morto che parla di Jacopo Natoli ed Enrico Fratini, un carro funebre che attraversa il festival con improvvisazioni vocali, traghettando il pubblico tra gli elementi.
Immagini da Ufficio Stampa