Il Mathaf: Arab Museum of Modern Art, punto di riferimento globale per lo studio e la valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea del mondo arabo, inaugura una nuova fase della sua storia con un’importante espansione del campus museale. Il progetto è affidato all’architetta libanese Lina Ghotmeh, fondatrice dello studio parigino Lina Ghotmeh – Architecture, già selezionata per il futuro Padiglione del Qatar ai Giardini della Biennale di Venezia.
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L’ampliamento, concepito per accompagnare il quindicesimo anniversario del museo, è stato avviato il 16 dicembre con l’apertura della prima fase: una nuova biblioteca e spazio di incontro ispirato al majlis, luogo tradizionale di conversazione e scambio nel mondo arabo. Pensato come ambiente flessibile e accogliente, lo spazio è dedicato alle pubblicazioni d’arte della regione e costruito attorno a moduli d’arredo riconfigurabili, capaci di adattarsi a letture, incontri, workshop e momenti di confronto pubblico.
Mathaf Arab Museum of Modern Art: un museo che diventa spazio di creazione
Nei prossimi anni, l’area oggi occupata dal parcheggio e dalla piazza del museo sarà trasformata in un complesso di studi e laboratori destinati ad artisti e designer attivi nei campi della ceramica, del vetro, del suono e del tessile. Un passaggio chiave che ridefinisce il ruolo del Mathaf: non più soltanto luogo di esposizione e ricerca, ma spazio di produzione, sperimentazione e sviluppo di nuove idee.
Come sottolinea Zeina Arida, direttrice del Mathaf, l’espansione segna «l’inizio di un nuovo capitolo nella storia del museo», rafforzando il legame con la comunità e l’investimento del Qatar nelle infrastrutture per la crescita della sua economia creativa. L’introduzione di studi di residenza, makerspace e programmi dedicati alla ceramica, al vetro e al suono trasforma infatti il museo in un luogo dove gli artisti possono non solo esporre, ma anche creare.
L’espansione firmata da Lina Ghotmeh
Dal punto di vista architettonico, Lina Ghotmeh immagina il Mathaf come un museo attivo, in cui il fare e l’apprendere affiancano l’esposizione. Un approccio coerente con la sua ricerca progettuale, attenta alla relazione tra spazio, comunità e memoria, e che trova nel contesto del Mathaf un terreno ideale per svilupparsi.
La prima fase dell’intervento ha riconfigurato il piano terra del museo in un ambiente aperto e permeabile, che ospita anche un bookshop ampliato, gestito da QC+, e una caffetteria informale. L’atrio rinnovato accoglie inoltre un nuovo ritratto dell’Amir Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, realizzato dal pittore cinese Yan Pei-Ming, che si affianca ai ritratti della famiglia reale commissionati in occasione dell’apertura del museo.
Un anniversario che guarda al futuro culturale del Qatar
Le fasi successive dell’espansione introdurranno laboratori progettati in dialogo con artisti affermati: uno studio di ceramica sviluppato con il ceramista Adrian Müller, un makerspace dedicato al vetro e alla sperimentazione dei materiali in collaborazione con Matteo Gonet, e uno studio del suono ideato con l’artista Tarek Atoui. Proprio Atoui inaugura il nuovo corso del Mathaf con Waters’ Witness, progetto di ricerca sonora dedicato all’acqua, che anticipa il futuro programma di residenze.
L’espansione del Mathaf si inserisce nel più ampio quadro delle celebrazioni di Qatar Museums, che con la campagna Evolution Nation riflette sul percorso culturale del Paese e sulle sue prospettive future. In questo contesto, il Mathaf si afferma sempre più come piattaforma internazionale per l’arte del mondo arabo, capace di coniugare memoria, ricerca e produzione contemporanea.
Foto: Ufficio Stampa