Il governo irlandese è il primo in Europa a stabilizzare dal 2026 il reddito di base per gli artisti che percepiranno 325 € a settimana.
L’Irlanda compie un passo storico nel sostegno alla cultura, diventando il primo Paese europeo a rendere permanente il reddito di base per gli artisti. Dopo tre anni di sperimentazione, infatti, il programma Basic Income for the Arts (BIA) sarà stabilizzato dal 2026, con un contributo settimanale di 325 euro per circa 2.000 creativi.
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La misura è stata confermata dal Department of Culture, Communications and Sport e salutata come «una vittoria per la cultura e per la dignità del lavoro artistico» dal ministro Patrick O’Donovan e dalla National Campaign for the Arts (NCFA), che ha elogiato la «perseveranza e la leadership» del governo (fonte ArtsHub).
Secondo i dati pubblicati dal governo irlandese e analizzati da ArtsHub e Business Insider, il programma pilota (2022–2025) ha generato oltre 100 milioni di euro di benefici economici e sociali. Per ogni euro investito, quindi, la cultura ha restituito 1,39 euro in valore complessivo. Un risultato che combina crescita economica, benessere e coesione sociale.

Secondo gli studi, gli artisti coinvolti nel BIA hanno potuto dedicare in media 8 ore in più a settimana alla propria pratica artistica. E hanno prodotto il 40% di opere in più rispetto al periodo pre-pandemia. Molti partecipanti riferiscono inoltre di aver finalmente raggiunto un equilibrio tra sostenibilità economica e creatività, riducendo ansia e insicurezza.
«Per la prima volta, ho potuto dire che l’arte è il mio lavoro, non solo la mia passione», ha dichiarato una partecipante al programma citata da The Irish Times.
Un settore ancora fragile
Nonostante i risultati, la situazione del lavoro artistico in Irlanda resta precaria. Con il 53% degli artisti vive in condizioni di privazione forzata, non potendo permettersi beni essenziali. Per questo il governo ha deciso di estendere il programma, mantenendo il contributo e aprendo nuove candidature.
Il successo del BIA è in gran parte legato al lavoro della National Campaign for the Arts, guidata da Angela Dorgan, che dal 2020 ha spinto per un intervento strutturale dopo la crisi COVID-19. «La chiave del successo è stata ascoltare gli artisti», ha dichiarato Dorgan ad ArtsHub. «Sono cittadini come tutti gli altri: hanno mutui, figli, disabilità. Non si tratta di privilegi, ma di equità».
Dorgan, oggi impegnata anche in incontri internazionali in Australia e Regno Unito, invita altri Paesi a riflettere su quanto la cultura possa essere un motore di benessere collettivo.

Con la stabilizzazione del Basic Income for the Arts, l’Irlanda si conferma laboratorio politico e culturale per l’intero continente. E dimostra che sostenere gli artisti non è un costo, ma un investimento capace di generare valore economico, salute sociale e nuova creatività.
Come ha scritto ArtNews, “il modello irlandese ridefinisce il concetto di valore artistico, spostando l’attenzione dal mercato al benessere creativo”.
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