‘A Spicchi’, il podcast de Linkiesta Gastronomica ospita l’illustratrice Giulia Zoavo: il suo racconto tra New York e arte.

Si intitola A Spicchi il nuovo podcast prodotto e ideato da Linkiesta Gastronomika in collaborazione con Petra Molino Quaglia. Nel corso di sei puntate, la Direttrice della testata Anna Prandoni racconta l’evoluzione del gustoso e affascinante mondo della pizza insieme a ospiti provenienti dal mondo dell’arte e della cultura. Assaporando il piatto italiano per antonomasia, si indaga come due universi apparentemente lontani, condividano punti in comune, intorno al fil rouge della creatività. Protagonista del terzo episodio, disponibile su Spreaker da martedì 9 aprile, è Giulia Zoavo. La grafica, illustratrice e amante della cultura pop con le sue immagini vettoriali, dinamiche e colorate ha conquistato anche il The New York Times. Location d’eccezione della puntata è infatti L’industrie Pizzeria, situata a New York. Per questo, a condurre l’intervista, è stato Stefano Vegliani, corrispondente dalla Grande Mela di Gastronomika.

Nel corso della chiacchierata, l’illustratrice ha raccontato come è giunta a questo importante punto di arrivo della sua carriera. Giulia Zoavo ha poi spiegato cosa l’ha portata a trasferirsi a New York. Dopo aver ridisegnato insieme al fidanzato di allora – oggi marito – tutte le emoji del telefono con uno stile minimal, dalle poche forme e tinte piatte, è stata notata da Sagmeister & Walsh, noto studio newyorkese guidato dai celebri designer Stefan Sagmeister e Jessica Walsh, che l’ha contattata per lavorare al progetto di un loro cliente.

Giulia Zoavo ospite di A Spicchi: la genesi di Salotto

Successivamente, Giulia ha illustrato il suo stile creativo e i suoi lavori, con un excursus sulla genesi di Salotto. Si tratta di un luogo a metà tra un hub creativo e un simposio tra amici, nato da poco a New York nel propulsivo quartiere di Williamsburg con un gruppo di professionisti italiani, uniti dalla stessa visione artistica e di vita. Il nucleo è nato in pandemia insieme a un gruppo di amici italiani, che ha deciso di unirsi per diventare una sorta di famiglia. Dopo aver affittato una casa in montagna, dalla quale hanno lavorato da remoto, hanno optato per ripetere l’esperienza a New York. Lì è nato uno spazio di incontro tra diverse tipologie di creativi: data designer, animatori, illustratori, art director, product designer, ognuno con le proprie capacità complementari.

«Salotto è un coworking di creativi. – dice Giulia – Siamo una decina di persone che lavorano ogni giorno in questo spazio, una specie di vecchio loft aperto con scrivanie, in cui organizziamo eventi, workshop. È nato in pandemia, insieme a un gruppo di amici italiani ci siamo trovati fuori dall’Italia, tutti lontani, e siamo diventati noi una famiglia. Abbiamo deciso di affittare una casa e lavorare da lì, tanto lavoravamo tutti da casa. Questo esperimento è stato talmente un successo che ci siamo detti di farlo anche a New York».