Tra i temi che Piero Pelù tocca nel nuovo album Pugili fragili c’è la violenza contro le donne, un impegno che vede il rocker in prima linea. Le sue parole.

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Non solo ambiente. In Pugili fragili, il nuovo album di Piero Pelù, il rocker racconta anche una storia molto dura che mette al centro il tema della violenza di genere. “Nata libera è la canzone dedicata a questo tema – spiega il toscano – È la storia di un amore finito male in cui il protagonista si trova di fronte un pozzo in cui sprofonda, da cui si sente attratto e in cui probabilmente vorrebbe trascinare anche la sua ex.”

“Ho cercato di immedesimarmi dentro la testa di un uomo abbandonato in maniera violenta o che è lui stesso violento. Anche se la canzone è pacata c’è molta violenza, è un pezzo torbido e dark. Ho lavorato tantissimo su questa storia, l’ho riscritta almeno venti volte: ci tenevo tantissimo.”

Come parlo di rispetto dell’ambiente parlo anche di rispetto per le persone.

Cosa serve, quindi, nel concreto per affrontare un dramma di questa portata? “Bisogna inventare qualche cosa subito, immediatamente. – dichiara in conferenza stampa – Ci sono giustamente spazi per aiutare le donne che sono state violate o perseguitate ma bisogna anche acciuffare questi maschi fuori controllo prima che combinino un disastro.”

Un concerto? Non so se possa essere sufficiente, bisognerebbe andare davanti al Ministero e incatenarsi.

“Credo sia fondamentale che dal punto di vista umano, sociale e politico partano degli interventi di sostegno agli uomini prima che succedano questi disastri. Scusate voi donne per quanto noi uomini siamo incapaci di gestire i rapporti umani.

Mi augurio che nascano associazioni che aiutino gli uomini abbandonati e traditi ad affrontare questa loro anche shock in maniera matura e civile. Ogni volta che sento parlare di violenza o assassinio è terribile.”

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Foto Bagnoli da Ufficio Stampa Parole e Dintorni