La presentazione della nuova Smemo 2020 ha visto la partecipazione di Gino Strada e Roberto Saviano. Ecco il loro intervento, dal caso Sea Watch a Matteo Salvini, passando per i social.

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Da Ligabue a Don Ciotti, da Ghali a Nicoletta Manni, da Bebe Vio a Roberto Saviano. Sono come sempre tanti i volti noti che hanno dato il loro contributo sulle pagine della nuova Smemo 2020, presentata a Milano in un’affollata Casa Emergency. Immancabili, per l’occasione, Gino&Michele e Nico Colonna – storiche firme di Smemoranda – ma l’attesa innegabilmente è per due ospiti annunciati.

All’evento infatti sono annunciati proprio Roberto Saviano e il padrone di casa, Gino Strada, coi quali la conversazione non può non toccare argomenti di attualità assai stringenti. Così, a partire dal tema della Smemo per il prossimo anno scolastico Mai senza…, l’autore di Gomorra declina la riflessione in un Mai senza la libertà.

“Quando sei giovane non dai peso alla libertà: capisci cos’è l’acqua quando hai sete. – inizia Saviano – Pensavo di avere un’infinita vita da uomo libero, di passeggiare… chi avrebbe mai immaginato che a ventisei anni questa possibilità sarebbe finita?

Interrogato poi sul caso Sea Watch e su come mettere in guarda i più giovani anche nel discernere il confine tra giusto e sbagliato, lo scrittore ha spiegato: “Bisogna innanzitutto prendersi tempo. Pensare di capire subito questi argomenti sarebbe un’ingenuità. Poi bisogna provare ad approfondire, non fermarsi alla prima opinione che si ha, qualunque essa sia.

Oggi sono molto infastidito dall’espressione continua ‘ricca comandante’, ‘ricco’, ‘ricca’… è una furbata che lui (Matteo Salvini, ndr) cerca di ficcare dentro il mazzo di carte delle sue fesserie per dire che quello che fanno queste persone è un gioco, un privilegio per ricchi. Che se uno non fosse ricco o fosse onesto non si comporterebbe così.”

Permettere a una figura istituzionale di continuare a usare questo giochino lurido è davvero un attentato alla serietà. E lo dice lui, mantenuto per una vita dalla famiglia prima e dalla politica poi …

E Saviano ha quindi continuato: “Al di là del ‘senti chi parla’ e della cialtronata di questa figura, che continua a blaterare ‘ricco’, parliamo di persone che vivono del loro lavoro e decidono di prendere un impegno che va al di là del lavoro stesso. E poi c’è un altro trucco o trabocchetto: ovvero, se tu vuoi lavorare e guadagnare del tuo lavoro, stai zitto, abbassa lo sguardo e vai diritto per la tua strada.

Se osi criticare lo stato di cose, se osi avere un’opinione diversa diventi immediatamente élite. Il trucco è questo: puoi avere soldi e potere, ma se stai con loro sei popolo, come osi criticare immediatamente diventi élite. Non è una questione di classe, è una questione più autoritaria.

Ogni volta che si prende posizione o si alza la testa, il proprio guadagno diventa illegale, diventa un imbroglio. Perché il tuo lavoro sia considerato legittimo, devi essere feroce oppure stare zitto. ‘Canta, scrivi che ti passa’ han detto a Camilleri ma prima o poi dobbiamo fare i conti con questa cialtroneria ricattatoria. Fino a quando permetteremo a questa persona di insultare il lavoro, l’impegno o una scelta etica?”

Prendere posizione è la prima cosa, uscire dalla neutralità e dalla paura, che è qualcosa di nuovo. Quando si criticava il governo Berlusconi era diverso, anche se ovviamente c’erano già tutti gli elementi che hanno portato a questa situazione.

Gino Strada fa eco a Saviano, rincarando se possibile la dose: “Non credo che Salvini e i suoi abbiano una strategia perché obiettivamente tra tutta quella compagine, se si vuol mettere insieme un ragionamento, bisogna fare una strage di cervelli. Non hanno gli strumenti, non hanno il numero di neuroni necessari.

Ho difficoltà a interpretare queste dinamiche come riesce a fare Roberto. Per 25 anni hanno accusato Emergency di fare politica e l’accusa veniva dai politici. Ma ha senso questa cosa? Quello che mi preoccupa è che questa mentalità volgare, banale, ignorante, egoista non venga contestata sul piano culturale. Voglio dire, dall’altra parte c’è il buio oltre la siepe.

Credo che in questo contesto, dove a farla da padrone sono per metà fascisti e per metà coglioni, questi ultimi continueranno a essere coglioni e vinceranno i fascisti.” Eppure, la conclusione di Strada non esclude uno spiraglio di cautissimo ottimismo: “Dobbiamo trovare il modo di fermare questa cosa e penso sia possibile: da medico non riesco a pensare a una mutazione genetica che coinvolga in un anno 50 milioni di persone.”