Il colosso di Mountain View rompe i rapporti commerciali con Huawei: sui nuovi dispositivi mobili dell’azienda cinese non ci sarà più il sistema Android. Cosa cambia.

Proprio nell’anno in cui l’azienda orgogliosamente Made in China puntava a superare Samsung sul mercato dei dispositivi mobili, Huawei riceve un colpo ben assestato da Google. La società di Mountain View ha infatti annunciato la decisione di ritirare la licenza Android interrompendo ogni rapporto con Ren Zhengfei. La disposizione americana è fra le conseguenza dell’inserimento di Huawei nella blacklist commerciale definita dal presidente Trump e azzera, di fatto, accordi da milioni di dollari.

La news ha fatto in poche ore il giro del mondo, lanciata dall’agenzia Reuters e poi confermata dalla stessa Google con una nota ufficiale. Ovviamente a questo punto gli effetti non possono che rivelarsi a diversi livelli. Innanzitutto sul piano del rapporti economici, per i quali Cina e USA si muovono sul filo del rasoio da diversi mesi, alla luce delle politiche restrittive dell’attuale amministrazione.

Da questo punto di vista, l’addio di Google a Huawei era prevedibile tanto che la stessa azienda cinese aveva dichiarato di essere al lavoro per creare un sistema operativo proprio. La rottura era quindi nell’aria ma sull’avanzamento del progetto non si conoscono ulteriori dettagli. D’altra parte, che cosa devono aspettarsi tutti coloro che hanno fra le mani uno smartphone della casa cinese? Vediamo quali sono le conseguenze per i clienti.

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“Per i nostri utenti, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti”, si legge nella nota di Google. Ne consegue che i dispositivi sul mercato gireranno ancora con Android ma sul medio termine, secondo alcuni, potrebbero non ricevere più aggiornamenti software completi. L’ordine di tempo stimato sarebbe nell’ordine di dodici mesi circa.

Per i nuovi modelli, invece, Huawei dovrà abbandonare completamente il sistema Google e sarà costretta a optare per una versione open source – con applicazioni limitate – o al sistema operativo specifico di cui sopra. Da parte loro i cinesi garantiscono di voler continuare a migliorare l’esperienza di utilizzo per i loro utenti, ma è davvero difficile pensare che possano conservare una minima concorrenzialità con Google/Android.

E a tutto questo si aggiunga che sulla scia di Mountain View anche altre aziende americane che producono componentistica hanno aderito alla politica di Trump e quindi le forniture potrebbero cessare a breve. Ora Huawei dovrà correre ai ripari sfruttando al meglio la tregua di tre mesi concessa oltreoceano e con la presentazione del nuovo modello Honor 20 guarda già avanti. The must go on, vedremo come.