Già vincitore del Goncourt des Lycéens, David Diop è il vincitore del Premio Strega Europeo 2019 con ‘Fratelli d’anima’. La sesta edizione del premio letterario è stata dedicata ad Antonio Megalizzi.

Con undici voti a favore su ventidue lo scrittore David Diop vine il Premio Strega Europeo 2019 grazie al libro Fratelli d’anima (Neri Pozza, traduzione italiana di Giovanni Bogliolo). Già vincitore del Goncourt des Lycéens, l’autore nato a Parigi e cresciuto in Senegal si porta a casa anche il riconoscimento letterario italiano che in questa sua sesta edizione è stato dedicato ad Antonio Megalizzi.

Lo spirito europeista della manifestazione. del resto, ben si sposa con quello che ha animato Antonio Megalizzi, che ha sempre creduto in un’Europa da preservare. E alla cerimonia al Circolo dei lettori di Torino erano presenti anche i familiari di Megalizzi che hanno ritirato una targa dedicata al giovane giornalista.

A consegnare il premio è stato Giovanni Solimine, Presidente della Fondazione Bellonci che ha così commentato: “Mai come quest’anno l’Europa è al centro del dibattito pubblico e della lotta politica. Non si discute abbastanza, invece, dello spazio culturale europeo, di una secolare circolazione delle idee nel vecchio Continente, delle relazioni che tengono insieme i contesti di una ricca e diversificata produzione letteraria. Proprio per valorizzare tutto questo abbiamo istituito il Premio Strega Europeo”.

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Secondo romanzo di David Diop, Fratelli d’anima è stato premiato anche per la sua traduzione con un riconoscimento offerto da BPER Banca a Giovanni Bogliolo. La storia vede al centro la Grande Guerra nei suoi risvolti sul continente africano. Perché non è stato dunque solo il vecchio continente a subire le ferite del conflitto mondiale ma anche i popoli dell’Africa ne hanno patito le drammatiche conseguenze.

Protagonisti della vicenda narrata nel volume sono Alfa Ndiaye e Mademba Diop, i fratelli d’anima, cresciuti in Africa lontano da quelle trincee in cui si ritrovano a combattere con spirito selvaggio. Così, la morte di uno dei due, dopo lunga agonia, diventa un passaggio di testimone culturale oltre che umano.