Un ritorno, dopo cinque anni, ricco di auto-assoluzione e riferimenti: Maria Antonietta ci racconta ‘Arrivederci’.

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Il fascino di Maria Antonietta è che le sue creazioni nascondono sempre più di ciò che sembrano. Non poteva essere un caso differente il brano Arrivederci, il nuovo singolo di Letizia Cesarini, che arriva a cinque anni di distanza dall’ultimo lavoro discografico dell’artista. In parte un nuovo inizio, sancito anche dalla firma con Warner Music («I miei inizi si moltiplicano all’infinito. È sempre un eterno inizio, ma è bello perché è una sfida e una riserva di sorprese», ci dice Maria Antonietta).

«Arrivederci arriva dopo un periodo lungo in cui mi sono dedicata ad altro. La musica ha fatto parte della mia vita in maniera obliqua. Ho scritto un libro, tenuto reading di poesie, condotto programmi su Sky Arte. – ci spiega la cantautrice – Ho esplorato altri linguaggi e dimensioni che comunque mi appartengono. Sicuramente arriva poi un punto in cui realizzi che senza la musica e la dimensione live c’è qualcosa che manca nella tua vita. Il periodo del Covid per me è stato molto forte. Mi ha aiutato a ricalibrare delle priorità: mi sono resa conto di quanto mi mancasse la dimensione musicale. Paradossalmente la pandemia è stata un boost per me per scrivere con un’energia che non avevo da molto tempo».

Laureata in Storia dell’arte, Maria Antonietta in questi anni ha dedicato una serie di reading alla creatività femminile e alle sue poetesse del cuore. Nel 2021 ha condotto una serie di Sky Original da titolo Sacra bellezza – Storie di santi e reliquie sul mondo dell’arte sacra. Come scrittrice, ha pubblicato il libro per Rizzoli Sette ragazze imperdonabili. Un libro d’ore nel 2019. La materia prima – se così possiamo dire – non le manca. Eppure il mezzo espressivo può fare la differenza, anche se è impercettibile.

«Sento che, in qualche modo, ciò che mi appartiene è la scrittura in senso lato. La musica ti permette di portare la scrittura ad una dimensione meno mediata. La poesia e la prosa sono una dimensione solitaria. Ti alieni e il confronto con la realtà arriva alla fine. Con la musica il processo in studio è di squadra, così come la promozione e suonare dal vivo. È una dimensione umana e di condivisione, che mi manca. Mi serve per riequilibrarmi, altrimenti mi perderei. La musica in questo senso mi salva perché mi porta qui e ora e mi costringe a confrontarmi con gli altri. È una terapia».

Maria Antonietta

Maria Antonietta: una fine e un inizio in Arrivederci

Tante delle nuove cose che ascolteremo prossimamente sono nate, non a caso, durante il tour di Deluderti. «In quella dimensione energetica torni a casa e hai un bagaglio molto amplificato. – spiega l’artista – Creare moltiplica le energie creative e non è vero il contrario. Sono molto soddisfatta delle cose che ho scritto e di Arrivederci, era il brano giusto per tornare».

Arrivederci è, di fatto, «poeticamente liberatorio». Un brano «di auto-assoluzione – dice Maria Antonietta – perché la cosa più difficile in fondo è perdonare se stessi. È come ammettere di aver sbagliato molte cose, di aver sprecato occasioni, ma anche dire a un certo punto arrivederci a tutto ciò che per me è stato una zavorra».

«Ciò che ci provoca disagio ed è dissonante appare davanti agli occhi più di ciò che esiste ed è positivo. È un meccanismo mentale, penso, su cui occorre lavorare per essere più tranquilli. Il punto di inizio è quindi segnato da un arrivederci. Philip Larkin diceva in una poesia che l’addio è il punto di partenza, il punto zero di un viaggio: se lasci andare delle cose arrivano altre cose. È doloroso da gestire. In questo caso è un arrivederci giocoso».

Un arrivederci nato anche molto naturalmente («L’ho scritta in un pomeriggio», dice Maria Antonietta): «Era un momento di necessità. Non sempre accade, ma in questo caso la scrittura è stata compressa. La produzione è di Antonio Filippelli e Daniel Bestonzo. Sono stati molto bravi nell’interpretare e trovare una via molto pop ma comunque obliqua, che sento che mi rappresenta assolutamente. Ci sono un po’ di anni ’60, un po’ di reminiscenze retro, portate però nel 2023. La sfida del pop è fare cose divertenti, ma che abbiano una ricchezza».

Il video di Arrivederci

Anche il video di Arrivederci nasconde infinite sfumature, che vanno solo colte. In particolare, ad ispirare Maria Antonietta è stato il film del 1966 Le margheritine (Sedmikrásky), diretto da Věra Chytilová.

«È un film visionario e pionieristico. Ci sono due giovani ragazze di Praga, all’epoca sotto il regime comunista, che cercano spazi di libertà. Hanno fame di vita, d’amore, di cibo. Nella scena climax della pellicola, entrano in una sala dove era allestito un banchetto e camminano calpestando cibo e stoviglie. Una scena liberatoria. La palette cromatica richiama invece un mondo zuccheroso che a me piace molto. È un po’ il mix alla base del movimento punk femminile. Penso alle Hole, allo zucchero e al punk. Questo binomio mi piace molto e lo inserisco sempre in ciò che faccio. È dolcezza, ma lo zucchero è anche piuttosto aspro».

E, nell’immediato futuro, Maria Antonietta ci assicura che «ascolteremo altro», con un occhio però sempre ai live. «Dopo un periodo del genere – conclude – è la mia priorità emotiva».