Emily Eavis precisa che Glastonbury 2021 non è stato ancora cancellato. E nel Regno Unito si chiede al governo di salvare i live.

La situazione precaria della dimensione live del mondo della musica sta generando in questi giorni ampie discussioni nel Regno Unito, soprattutto in merito alla possibilità che – dopo l’edizione del 2020 – salti anche quella del 2021 di Glastonbury. A generare ancora più confusione ci ha pensato Mel B. In un’intervista rilasciata a BBC Radio 5 il 4 gennaio, l’ex Spice Girl ha infatti detto alla conduttrice Nihal Arthanayake che il festival fosse definitivamente da considerarsi cancellato. Dichiarazione che ha allarmato i fan, che aspettano con ansia l’edizione del 2021 – per ora prevista dal 23 al 27 giugno – dopo che nel 2020 è saltata, a causa del Coronavirus, il 50esimo anniversario di Glastonbury.


A replicare via social ai dubbi degli utenti e alle parole di Mel B è stata Emily Eavis, organizzatrice del Festival.

«Buon anno a tutti voi! – ha cinguettato Emily – Non abbiamo ancora nessuna notizia. Il Festival non è stato cancellato. Vi faremo sapere appena abbiamo aggiornamenti».

Emily ha anche risposto a un utente – DJ Cull – che ha twittato di credere alla cancellazione di Glastonbury «solo se me lo dice personalmente Emily Eavis». Al che, Emily ha replicato con un sintetico ma efficace «not cancelled yet!» (non ancora cancellato, insomma).

Non solo Glastonbury: il report di UK Music e le richieste al governo britannico

Se è pur vero che si vive sperando, è innegabile che la dimensione dei festival musicali – allo stato attuale delle cose – presenta problematiche difficili da risolvere nel breve tempo. Proprio nel Regno Unito, nelle ultime ore, la discussione sui Festival è aperta e viva, dopo che UK Music – ente che rappresenta gli interessi collettivi dell’industria musicale britannica – ha diramato il report Let the Music Play: Save Our Summer 2021. Una richiesta indirizzata al governo, affinché stabilisca una data e una strategia chiara per far ripartire i live estivi.

«La pandemia è ancora in corso e continua a causare devastazione nella vita di tutti – ha dichiarato Jamie Njoku-Goodwin, Chief Executive di UK Music – ma riusciamo a vederne la fine. Il governo sta diffondendo il vaccino e sta parlando di un ritorno alla normalità entro la prossima primavera. Eppure c’è il rischio che, anche se si trattasse della realtà, la mancanza di avvisi e di opzioni di assicurazione disponibili si trasformino nell’impossibilità di portare avanti la stagione musicale estiva del 2021».

«Con questo report, UK Music mette avanti un piano chiaro di recupero: tutto ciò di cui abbiamo bisogno per rimettere in piedi il settore della dimensione live nel 2021. Ma il tempo passa e presto grandi festival ed eventi saranno costretti a fare un passo indietro per la mancanza di certezze».

«Ci sarà bisogno di uno sforzo condiviso – conclude Njoku-Goodwin – sia da parte dell’industria che del Governo, se vogliamo salvare la nostra estate.»