Ad Arezzo una mostra celebra i mille anni della notazione guidoniana: codici e frammenti medioevali per la prima volta esposti al pubblico fino al 28 febbraio 2026.

A mille anni dalla nascita della notazione musicale su rigo, Arezzo rende omaggio a Guido Monaco, figura fondativa della musica occidentale, con una mostra che restituisce alla città e al pubblico un patrimonio documentario di straordinario valore. Dal 19 dicembre 2025 al 28 febbraio 2026, negli spazi della Fraternita dei Laici in Piazza Grande, apre Con gli occhi della città, un percorso espositivo che porta per la prima volta sotto gli occhi dei visitatori circa venti frammenti e codici medievali legati alla storia della scrittura musicale.

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L’esposizione nasce per raccontare il ruolo centrale che Arezzo ebbe nella formazione e nell’attività di Guido Monaco, monaco, teorico e pedagogo destinato a cambiare per sempre il modo di trasmettere la musica. Qui, accolto dal vescovo Teodaldo come maestro dei fanciulli cantori di San Donato al Pionta, Guido elaborò il metodo basato sulla notazione su rigo, descritto nel celebre Prologus ad antiphonarium. Un’intuizione che rivoluzionò l’insegnamento musicale e pose le basi della musica d’arte occidentale.

Curata da Cecilia Luzzi, Giovanni Cunego, Pierluigi Licciardello e Pietro Moroni, la mostra attinge ai fondi dell’Archivio diocesano e capitolare di Arezzo, dell’Archivio di Stato e della Biblioteca “Città di Arezzo”. E ha il merito di portare in mostra documenti quasi mai esposti. I manoscritti, pur non risalendo direttamente agli anni in cui Guido operò, testimoniano con grande chiarezza l’evoluzione della notazione del repertorio liturgico. E attestano il percorso dal sistema neumatico fino alla notazione guidoniana e quadrata su tetragramma tra IX e XII secolo.

Un’esposizione accessibile

Il percorso è pensato per essere accessibile e coinvolgente: pannelli di approfondimento, video e installazioni multimediali accompagnano i materiali storici, facilitandone la lettura. Un’attenzione particolare è dedicata poi alla cittadella vescovile del Pionta, luogo in cui Guido visse e lavorò, raccontato anche attraverso un contributo video specifico.

«Dopo il grande convegno internazionale, l’esposizione vuole recuperare e valorizzare la figura di Guido d’Arezzo come simbolo identitario della nostra città». Così Pierluigi Rossi, primo Rettore della Fraternità dei Laici, che invita il pubblico a scoprire manoscritti musicali di eccezionale valore conservati ad Arezzo.

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Per Cecilia Luzzi, coordinatrice del Centro Studi Guidoniani della Fondazione Guido d’Arezzo, la mostra rappresenta il punto di incontro tra ricerca accademica e divulgazione. In lavoro scientifico rigoroso «per avvicinare la città e i visitatori della mostra alla conoscenza di Guido, della cultura aretina nell’alto Medioevo e delle fonti della civiltà musicale occidentale».

Con gli occhi della città si inserisce nel più ampio programma di iniziative legate al Convegno Internazionale di Studi Mille anni di notazione musicale guidoniana, tenutosi ad Arezzo dal 2 al 4 dicembre come occasione per comprendere come un’intuizione nata mille anni fa continui ancora oggi a parlare al nostro presente.

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