Dal 19 dicembre 2025 al 19 aprile 2026 al Museo Archeologico Nazionale un omaggio allo stilista calabrese a ottant’anni dalla nascita.

Reggio Calabria celebra uno dei suoi figli più illustri con una grande mostra in cui convivono moda, arte e archeologia. Apre al pubblico dal 19 dicembre 2025 al 19 aprile 2026, negli spazi del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Gianni Versace. Terra Mater. Magna Graecia Roots Tribute, progetto espositivo promosso dal MArRC in occasione degli ottant’anni dalla nascita dello stilista.

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Curata da Sabina Albano e Fabrizio Sudano, direttore del Museo, la mostra restituisce il legame profondo tra la visione creativa di Gianni Versace e l’eredità culturale della Magna Grecia. Per evidenziare quanto l’immaginario classico abbia attraversato e plasmato l’intera opera del fondatore della Maison Versace. Un dialogo continuo tra antico e contemporaneo che trova proprio a Reggio Calabria, terra d’origine dello stilista, il suo luogo più naturale.

Il percorso espositivo, allestito al piano mostre del Museo, si articola in diverse sezioni tematiche – tra cui Città Madre, Visioni del Sud e Codice Versace – e include anche la ricostruzione dello studio creativo dello stilista. Apprezzabile anche il nucleo dedicato ai bozzetti per il teatro, il balletto e il costume, frutto delle collaborazioni con maestri come Maurice Béjart, John Cox e Roland Petit.

GIANNI VERSACE. TERRA MATER
Foto allestimento

Antico e moderno a confronto

In mostra oltre 400 pezzi, tra abiti, accessori, elementi della Home Collection e materiali d’archivio provenienti da collezioni private. Un corpus che racconta l’estetica inconfondibile di Versace, dai motivi a meandro alla Medusa, simbolo della Maison e icona di una bellezza potente e apotropaica. Le creazioni dialogano con reperti archeologici della Magna Grecia e della Calabria protostorica, romana, tardo antica e bizantina. Ne nasce un allestimento immersivo che mette in scena la continuità tra mito e modernità.

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Accanto ai capi dello stilista, il pubblico incontra una selezione di manufatti antichi. Per esempio, ornamenti in bronzo e argento, ceramiche figurate, affreschi, decorazioni architettoniche e sculture. Si tratta di oggetti che rivelano le fonti iconografiche dell’universo Versace. Tra i più significativi figurano la lastra in stucco dell’XI secolo proveniente dalla chiesa di Santa Maria Theotokos di Terreti, esposta dopo oltre quindici anni.

E ancora, i frammenti di affresco delle Terme Romane di Reggio Calabria e una statuetta femminile in terracotta da Rosarno. L’allestimento si arricchisce inoltre di prestiti dal Museo Archeologico Nazionale della Siritide di Policoro, tra cui un’antefissa con volto di Medusa e una pelike a figure rosse del IV secolo a.C.

«Con questa mostra abbiamo voluto riportare Gianni Versace alle sue radici – spiega Fabrizio Sudano – costruendo un ponte simbolico tra le collezioni del Museo, che custodisce testimonianze straordinarie della Magna Grecia, e l’immaginario di uno stilista capace di tradurre quei riferimenti in un linguaggio estetico universale». Un progetto che, sottolinea il direttore, dimostra come la classicità continui a essere una riserva viva di significati per la creatività contemporanea.

Gran parte dei capi esposti proviene dalla Private Collection di Antonio Caravano, insieme all’intera Home Collection. Mentre la Fashion Archive di Franco Jacassi contribuisce con materiali rari, tra cui una preziosa serie di bottoni. Completa il percorso la collezione di Tonino Serranò.

Secondo la curatrice Sabina Albano, l’esposizione restituisce Versace «nel contesto culturale che ne ha orientato la visione creativa», mettendo in luce un rapporto strutturale, e non episodico, con l’eredità dell’Antico. Un ritorno alle origini che consente di rileggere il lavoro dello stilista come traduzione contemporanea di simboli, miti e forme osservati e interiorizzati fin dalla sua formazione.

Immagini da Ufficio Stampa

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