Leonor Fini e la Collezione Grafica Bassi Rathgeb: cinque secoli di libertà creativa

Il Museo Villa Bassi Rathgeb dedica la sua nuova grande mostra a un viaggio attraverso la storia della grafica dal Rinascimento al Novecento. E lo fa mettendo in dialogo maestri come Tiepolo, Quarenghi, Hayez e Tallone con l’immaginario visionario e libero di Leonor Fini, protagonista assoluta della scena artistica del XX secolo.

L’esposizione Leonor Fini e la Collezione Grafica Bassi Rathgeb. Segni e invenzioni dal Rinascimento al Novecento, aperta fino al 15 marzo 2026, riunisce 80 opere tra disegni e stampe. In un racconto che attraversa cinque secoli, mettendo al centro una delle raccolte grafiche più significative del museo e un nucleo di lavori recentemente donati.

La prima sezione, ospitata negli ambienti ipogei del museo, attraversa la grafica dal XVI al XIX secolo. Tra i fogli più significativi spiccano, per esempio, lo Studio per il piccolo Cupido dormiente, recentemente attribuito a Bernardino Campi, maestro di Sofonisba Anguissola e i Cinque levrieri di Giandomenico Tiepolo. Notevoli anche i due Capricci di scheletri di Paolo Vincenzo Bonomini, esempio raro di gusto macabro settecentesco.

Foto di Davide Boggian

Proseguendo, si incontrano due disegni di architettura del periodo russo di Giacomo Quarenghi, figura chiave del neoclassicismo, e una scena da Il Bravo di Francesco Hayez, dal romanzo di James Fenimore Cooper. E ancora, paesaggi e vedute dell’Ottocento lombardo, amatissimi dal collezionista Roberto Bassi Rathgeb. Oltre a un ricco nucleo di acqueforti di Adriaen van Ostade e stampe tratte da opere di Tiziano, Jacopo Bassano, Guercino, Zais e Pietro Longhi.

Tra i temi più suggestivi, quello dell’acqua – centrale per il territorio di Abano Terme – è evocato nel Bagno delle ninfe di Andrea Andreani, tratto da un disegno del Parmigianino. Chiude questa sezione una selezione di opere di Cesare Tallone e Rinaldo Agazzi, a testimonianza del radicamento del museo nella tradizione artistica lombarda. 

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Leonor Fini: una visione libera, oltre le correnti

Il piano nobile del museo accoglie invece l’intero corpus grafico di Leonor Fini, composto da 24 opere su carta tra fotolitografie e incisioni. Un nucleo prezioso, donato dall’ambasciatore Ugo Gabriele de Mohr, insieme a 14 opere di Cesare e Guido Tallone: una delle donazioni più importanti nella storia del museo.

Pur vicina ai Surrealisti, Fini ha sempre mantenuto un’indipendenza assoluta. La sua poetica guarda al Manierismo, ai fiamminghi, al Romanticismo tedesco, intrecciando simboli, metamorfosi e universi onirici. Le opere in mostra restituiscono proprio questa libertà formale e concettuale, che fa di Fini una figura unica del Novecento.

Leonor Fini, Senza titolo (opera presente in Fruits de la Passion, 1980), Fotolitografia, Abano Terme. Museo Villa Bassi Rathgeb (donazione dell’ambasciatore Ugo Gabriele de Mohr) © Leonor Fini, by SIAE
2025

Grazie alla collaborazione con l’Archivio ASAC della Biennale di Venezia, viene esposto il bozzetto di scena originale dell’Orfeo, realizzato dall’artista per l’atto unico di Roberto Lupi presentato alla Biennale nel 1951. Una selezione di fotografie d’archivio documenta inoltre il lavoro di Fini come costumista.

La mostra è accompagnata da un catalogo scientifico edito da Dario Cimorelli, con contributi dei membri del comitato scientifico e studiosi del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. Curata da Giovanni Bianchi, Raffaele Campion, Barbara Maria Savy e Federica Stevanin, la mostra è promossa dal Comune di Abano Terme – Museo Villa Bassi Rathgeb in collaborazione con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova.

Immagini da Ufficio stampa, crediti indicati – In copertina: Leonor Fini, Senza titolo (opera presente in Fruits de la Passion, 1980), Fotolitografia, Abano Terme. Museo Villa Bassi Rathgeb (donazione dell’ambasciatore Ugo Gabriele de Mohr) © Leonor Fini, by SIAE2025