Nell’Anno Santo, l’artista Hsieh Sheng-Min espone alla Pontificia Università Urbaniana per un dialogo interculturale tra Taiwan e il Vaticano.
Inaugurata a Roma la mostra Gloria: Opere Religiose e di HOPE dell’artista taiwanese Hsieh Sheng-Min, presso il Foyer dell’Edificio Antico della Pontificia Università Urbaniana. Organizzata dall’Ambasciata della Repubblica di Cina (Taiwan) presso la Santa Sede, la mostra si inserisce nell’Anno della Cultura di Taiwan in Europa 2025, promosso dal Ministero degli Affari Esteri di Taiwan.
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Circa 30 incisioni originali, divise in tre serie tematiche, fondono iconografia biblica e simboli taiwanesi, celebrando il Giubileo della Speranza 2025. «La bellezza e l’arte rivelano l’anima di un popolo. E ciò che stiamo osservando questo pomeriggio ci incoraggia ad accrescere la nostra speranza», ha dichiarato il Cardinale Silvano Maria Tomasi, Delegato Speciale presso il Sovrano Militare Ordine di Malta.
L’esposizione, che continua alla sede dell’Ambasciata, rafforza dunque i legami culturali tra Taiwan e Santa Sede attraverso il linguaggio universale dell’arte. Non a caso, l’evento inaugurale ha visto la partecipazione di personalità del mondo diplomatico e culturale, aprendo un dialogo fra tradizioni orientali e occidentali.

L’inaugurazione della mostra
In tale occasione, l’Ambasciatore Anthony C.Y. Ho ha evidenziato il ruolo della cultura come strumento di connessione. «Taiwan è costantemente citata nel mondo per la sua tecnologia avanzata, in particolare nel settore dei semiconduttori. Ma è anche una terra ricca di un patrimonio culturale variegato e profondo. Come ha sottolineato il nostro Ministro degli Esteri Lin Chia-Lung: la cultura plasma l’identità, e il rispetto reciproco nasce dall’ammirazione reciproca».
In onore del Giubileo della Speranza, Ho ha presentato HOPE come acronimo di quattro valori. «H per Humanità, O per Opportunità, P per Partenariato, ed E per Incontro. Taiwan continuerà a collaborare con la Santa Sede per promuovere iniziative umanitarie e creare maggiori opportunità per i nostri fratelli e sorelle meno fortunati, attraverso partenariati significativi e incontri nel mondo intero. Il nostro obiettivo è aprire nuovi cammini di speranza per tutti».
Ricollegandosi, quindi, all’invito di Papa Leone XIV a promuovere una “cultura dell’incontro”, l’Ambasciatore ha aggiunto: «Ritengo che questa mostra possa servire da piattaforma per lo scambio culturale. Favorendo una comprensione e un’ammirazione più profonde tra i popoli […] Dalla tecnologia all’arte, Taiwan è un luogo in cui tradizione e innovazione si fondono per dare forma al futuro».
L’iconografia biblica di Hsieh Sheng-Min
Protagonista è Hsieh Sheng-Min, docente di Digital Media Design all’Asia University di Taiwan e cattolico devoto, le cui opere riflettono un’“iconografia biblica taiwanese” che armonizza tradizioni religiose orientali e occidentali. «Questa occasione non è semplicemente una mostra personale, ma un momento in cui la fede e l’espressione artistica di Taiwan si incontrano», ha dichiarato l’artista.

Quindi ha aggiunto: «Questa mostra ricorda che l’arte è, in sé, una forma di preghiera e un pellegrinaggio. Auspico che non rappresenti solo la benedizione di Taiwan, ma che possa diventare un ponte di fede e di scambio culturale con la Santa Sede». Le incisioni, ispirate dalle benedizioni familiari – in particolare dalla madre dell’artista – esplorano l’universalità della fede attraverso simboli locali.
Attraverso le tre serie – La localizzazione dell’arte cattolica a Taiwan, Dialogo artistico interreligioso e Anno Giubilare H.O.P.E. Taiwan – Hsieh Sheng-Min usa l’arte per favorire il dialogo interreligioso. «La fede è un’eredità sacra, trasmessa di generazione in generazione», ha ricordato.
Immagini da Ufficio Stampa