Paul Gauguin, la mostra-evento a Roma. Vincenzo Sanfo: «Avventura e disillusione»

Dallo scorso 6 settembre e fino al 25 gennaio 2026, il Museo Storico Nazionale della Fanteria di Roma ospita una delle mostre più attese della stagione: Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure. Un’esposizione unica nel suo genere, che riunisce 165 opere provenienti da collezioni private e istituzioni museali italiane, francesi e belghe, per raccontare il lato più intimo e umano del maestro francese.

La mostra non si limita a ripercorrere i passaggi fondamentali della sua produzione artistica, ma affonda le radici nella dimensione autobiografica di Paul Gauguin. Al centro, infatti, i tre libri che l’artista scrisse durante e dopo il suo soggiorno a Tahiti. Ovvero: Ancien Culte Mahorie, Diario di Noa Noa e Avant et Après, considerato il suo testamento spirituale.

«È una mostra particolare – spiega il curatore Vincenzo Sanfo – perché è incentrata su questi tre volumi di cui sono in esposizione illustrazioni, silografie, disegni e acquerelli che Gauguin realizzò appositamente. In quelle pagine l’artista racconta la vita, gli amori, le leggende di un popolo presso il quale era convinto di incontrare un primitivismo che poi in effetti non riuscì a trovare in quanto la civiltà francese era già arrivata prepotentemente».

Installation view Paul Gauguin / Foto da Ufficio Stampa

«La mostra racconta proprio questo aspetto. Racconta l’avventura, la disillusione e il senso di una vita, forse, perduta», prosegue il curatore. Inoltre, è possibile apprezzare anche «ceramiche, sculture in terracotta e opere in bronzo dai legni conservati al Museo d’Orsey, che nel tempo si sono deteriorati. Ci sono poi fotografie importanti, tra le quali l’unica fotografia conosciuta fatta e realizzata da Paul Gauguin stesso».

Gauguin e il sogno tahitiano

Il cuore della rassegna è costituito dalle 23 xilografie del Diario di Noa Noa (1893-94), arricchite dalle illustrazioni originali stampate da Daniel de Monfreid. Si tratta di opere che condensano l’esperienza del primo soggiorno tahitiano di Gauguin, tra fascinazione e disincanto, restituendo al pubblico uno sguardo sulla cultura polinesiana filtrato attraverso la sensibilità europea.

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Accanto a queste, spiccano due lavori attribuiti all’artista: l’olio su tela Femme de Tahiti (1891) e l’acquerello Paysage Tahitien. La mostra presenta inoltre le 16 litografie a colori della serie Ancien Culte Mahorie (1892) e due rare sculture del 1893: Vase aux dieux tahitiens e Idole à la coquille, affiancate da un bronzo e una copia in terracotta.

Un altro gioiello è la Maschera di donna tahitiana “Tehura”, proveniente dal Musée Despiau-Wlérick, insieme a un prezioso carnet di 38 disegni, che testimonia lo sguardo analitico dell’artista su volti, corpi e animali.

Gauguin, Ancien Culte Mahorie
Gauguin, Ancien Culte Mahorie

Il percorso espositivo si arricchisce, quindi, con le stampe litografiche in facsimile di Avant et Après, ultimo libro di Gauguin, scritto due mesi prima della morte e pubblicato postumo. Qui, il pittore riflette su arte, amicizie e rapporti umani, in un intreccio di confessione e manifesto artistico.

Non mancano, poi, i riferimenti alle relazioni intellettuali e personali dell’artista attarverso oltre 40 opere che documentano i rapporti con Vincent van Gogh, di cui sono presenti 12 litografie a colori, e con altri protagonisti della scena artistica francese. Tra questi, Jean-François Millet e Adolphe Beaufrère fino al gruppo dei Nabis a Pont-Aven, come Maurice Denis, Émile Bernard e Paul Sérusier.

Oltre l’arte: Polinesia tra mito e realtà

La mostra non si esaurisce nelle opere su carta, nei dipinti e nelle sculture, ma apre un dialogo con il presente grazie alla sezione fotografica Le Isole di Tahiti, l’anima primordiale, realizzata da Tahiti Tourisme e Leica Camera Italia. Gli scatti di Luigi Chiurchi e Pietro Ienca raccontano le bellezze naturali degli arcipelaghi polinesiani, oggi riconosciuti patrimonio UNESCO, evocando quei paesaggi che tanto influenzarono Gauguin.

«È un percorso complesso e ampio – sottolinea ancora Sanfo – che unisce libri, documenti, testimonianze di un percorso che non è solo artistico, ma è soprattutto di vita». E che ci restituisce un “desiderio di libertà verso un mondo diverso alla ricerca della purezza, della gioia di vivere. Quella stessa gioia di vivere che, forse, molti di noi hanno perso».

Installation view Paul Gauguin / Foto da Ufficio Stampa

Prodotta da Navigare Srl, con il sostegno del Ministero della Difesa – Difesa Servizi S.p.A., il patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, e la partnership di Radio Monte Carlo, la rassegna rimarrà aperta fino al 25 gennaio 2026.

Immagini da Ufficio Stampa