Una nuova mostra sull’Isola Bisentina mette in dialogo archeologia e contemporaneità attraverso le opere di Lisa Dalfino, Namsal Siedlecki e Alex Cecchetti.
Fino al prossimo 3 novembre, l’Isola Bisentina, gioiello del Lago di Bolsena, ospita La Memoria dell’Acqua, mostra che intreccia arte contemporanea e storia millenaria. Protagonisti sono tre artisti – Lisa Dalfino, Namsal Siedlecki e Alex Cecchetti – che, ispirati dal lago come antico luogo di culto, presentano interventi site-specific in dialogo con il paesaggio e le recenti scoperte archeologiche. Il progetto diffuso, distribuito tra la Malta dei Papi, l’Oratorio del Monte Calvario, la darsena liberty e la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, esplora l’acqua come elemento di memoria, conservazione e continuità tra passato e presente.
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Il Lago di Bolsena, il più grande d’Europa di origine vulcanica, custodisce del resto tracce di insediamenti protostorici sommersi. Reperti preziosi rivelati dalle esplorazioni subacquee della Soprintendenza di Viterbo, iniziate negli anni Cinquanta da Alessandro Fioravanti. Questi ritrovamenti, conservati dall’acqua, testimoniano la vita quotidiana e le pratiche rituali delle antiche comunità, evidenziando un legame spirituale con il lago.
La Memoria dell’Acqua si ispira a queste scoperte, trasformando l’Isola Bisentina in un palcoscenico dove l’arte contemporanea rilegge la storia. L’isola, un microcosmo di flora secolare e architetture rinascimentali, è stata riaperta al pubblico nel 2022 dalla famiglia Rovati, proprietaria dal 2017, che ne ha valorizzato la sacralità attraverso restauri e progetti culturali.

Le opere: un dialogo con il paesaggio
Al centro della mostra c’è l’acqua, elemento che distrugge e conserva, ponte tra epoche. Una forza naturale che custodisce la memoria, unendo passato e presente. Gli artisti si confrontano proprio con questa dualità, esplorando il lago come spazio sacro e quotidiano.
- Lisa Dalfino (1987) presenta nella Malta dei Papi, un ipogeo etrusco scavato nel Monte Tabor, delicati frammenti in vetro che evocano antichi ex-voto. Le sue opere, fragili e luminose, richiamano il senso di offerta votiva, intrecciando memoria e spiritualità.
- Namsal Siedlecki (1986) occupa l’Oratorio del Monte Calvario e la darsena liberty, recentemente restaurata, con sculture alchemiche che rievocano gesti propiziatori, trasformando il materiale in simboli di connessione con il passato.
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- Alex Cecchetti (1973), infine, nella Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, propone lavori su carta che suggeriscono un fondale lacustre, invitando il pubblico a immergersi in una memoria custodita dall’acqua. Ogni intervento, pensato per il luogo, crea un’esperienza immersiva che unisce arte, natura e storia.
Un progetto culturale integrato
L’Isola Bisentina è un unicum, plasmato nel Rinascimento da papa Pio II e dai Farnese per creare una Via Crucis con sette cappelle e una chiesa monumentale. La Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, costruita nel 1588 su progetto di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù e completata nel 1603, è stata restaurata nel 2024. Tra le cappelle, spiccano quella ottagonale di Santa Caterina, attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane, e quella del Crocefisso, con affreschi di Benozzo Gozzoli. Questi luoghi, immersi in una flora rigogliosa, hanno accolto pellegrini lungo la Via Francigena e, nel tempo, vescovi, poeti e nobili, lasciando un’eredità di fascino e mistero.


La Memoria dell’Acqua segna così l’apertura della nuova stagione culturale dell’Isola Bisentina, che dal 2022 integra architetture storiche e arte contemporanea. La mostra si inserisce in un percorso di valorizzazione che rende l’isola un luogo di riflessione e bellezza, dove il passato dialoga con il presente. E i visitatori possono esplorare i sentieri devozionali, ammirare le cappelle rinascimentali e immergersi nelle opere, vivendo un’esperienza nel segno della natura, dell’arte e della spiritualità.
Foto di Lorenzo Breccola da Ufficio Stampa