In occasione della quinta edizione di ‘Art d’Egypte – Forever Is Now’, Ana Ferrari presenta ‘Wind’, opera che trasforma il vento di Giza in una sinfonia. L’intervista.
Tra gli artisti di Forever Is Now 5, mostra internazionale di Art D’Egypte che porta l’arte contemporanea ai piedi delle Piramidi, spicca Ana Ferrari. L’artista brasiliana presenta Wind, installazione monumentale che trasforma una forza invisibile come il vento in suono, vibrazione e immaginazione cosmica.
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L’opera è composta da 21 flauti in alluminio lucidato, in una formazione a spirale, il più antico simbolo del vento e del suo movimento perpetuo. Al centro di questa geometria ancestrale, il vento diventa musicista. È lui, infatti, a suonare i flauti, generando una sinfonia mutevole di note uniche, incise con precisione laser nelle camere di risonanza di ogni scultura.
Ferrari intreccia così ricerca scientifica e spiritualità, cimatica e geometria sacra, riferimenti alle energie ancestrali e studi sulle vibrazioni cosmiche. Ogni dettaglio dell’opera – dalle frequenze incise nei flauti fino ai riflessi specchianti dell’alluminio – invita a percepire l’armonia invisibile che permea la natura.
La spirale, i materiali lucidi e il contesto del deserto creano un gioco di riflessi unico: i visitatori si ritrovano specchiati insieme al paesaggio millenario, fondendosi simbolicamente con il ritmo eterno del luogo.

L’intervista
Wind trasforma le brezze naturali in una sinfonia vivente, integrando cimatica e schemi vibrazionali. In che modo la sua ricerca su suono, frequenza e geometria sacra ha influenzato il modo in cui questa installazione interagisce sia con lo spettatore sia con l’ambiente dell’altopiano di Giza?
«La mia ricerca sulla cimatica, sulle frequenze sonore e sulla geometria sacra ha modellato Wind come una sinfonia vivente, con il vento come vero artista. I 21 flauti in alluminio lucidato (accordati su note precise incise al laser nelle loro camere di risonanza) catturano le brezze di Giza. E le trasformano in melodie sempre mutevoli. Questa collaborazione con la natura ci insegna a rispettarla, a riconoscerne la forza e ad accettare che si esprima secondo i propri termini. Gli spettatori percepiscono fisicamente le vibrazioni, che risuonano con gli antichi misteri acustici delle piramidi e fondono scienza, eredità ancestrale e paesaggio eterno in un’esperienza immersiva».
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La formazione a spirale dei suoi flauti richiama il più antico simbolo del vento e invita a riflettere sulle forze invisibili. In che modo quest’opera esplora la relazione tra natura, percezione umana e ricerca dell’immortalità, come riecheggiato nel pensiero dell’antico Egitto?
«La formazione a spirale dei flauti richiama l’antico simbolo del vento, dando vita a forze invisibili e invitando alla riflessione sulle connessioni universali. Wind crea un ponte tra natura e percezione umana trasformando l’aria in armonia, riecheggiando le visioni egizie sull’immortalità: i ritmi cosmici superano ciò che è effimero, collegandoci al flusso eterno del cosmo. Così come le piramidi trionfano sul tempo attraverso frequenze che sostengono la vita oltre il piano fisico».

I visitatori si vedono riflessi insieme alle piramidi e al deserto nelle superfici in alluminio lucidato. Come immagina che questo gioco di riflessi influenzi l’esperienza del pubblico rispetto alla presenza, alla temporalità e ai ritmi cosmici incorporati nella tua arte?
«Le superfici in alluminio lucidato riflettono i visitatori insieme alle piramidi e al deserto, creando un dialogo dinamico di specchi che dissolve i confini tra sé e infinito. Questa interazione ridefinisce la presenza come al tempo stesso momentanea e senza tempo, trasformando la nostra percezione del tempo e immergendoci nei ritmi cosmici: un viaggio sensoriale nell’unità vibrazionale, in cui ci fondiamo con il battito immortale del paesaggio, armonizzando l’umano e il divino».
L’artista
Artista brasiliana con una ricerca che unisce animismo, sistemi cristallini, cimatica e campi magnetici, Ana Ferrari esplora le connessioni invisibili che governano natura e coscienza umana. La sua pratica è multidisciplinare e include scultura, installazione, gioielleria e forme espressive che utilizzano metalli quali oro, argento, alluminio, ottone, acciaio. Ma anche vetro, legno e pietre, materiali scelti per la loro energia intrinseca.
Ferrari ha collaborato con istituzioni come Galeria Nara Roesler, A CASA Museum, SFERIK Museum (dove è stata curatrice e Creative Director). Ed è stata presente in progetti paralleli alla Biennale di Venezia, Art Basel e la Milano Design Week. I suoi viaggi attraverso cinque continenti, dedicati allo studio delle origini culturali e delle visioni del mondo, alimentano un linguaggio artistico che unisce vibrazione, mito e forma.