Bill Claps arriva a Bienno con i suoi paesaggi montani e vivi: la nostra intervista all’artista, maestro della luce.
Montagne dorate, panorami che si trasformano sotto gli occhi di chi ammira impassibile, natura e ombre: il mondo di Bill Claps sembra, a sua volta, contenere mille universi. Lo incontriamo a Bienno, nella fucina che temporaneamente accoglie l’artista e i suoi quadri per la mostra Riflessi Alpini. Claps è qui per Bienno Borgo degli Artisti 2.0, l’iniziativa curata da Cinzia Bontempi. In parte, le pareti dell’edificio mostrano la collaborazione con lo svizzero Simon Berger, dopo che – proprio a Bienno – i due hanno dato vita a una performance artistica che ha messo in scena il loro lavoro a due mani.
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«Simon è un artista svizzero che rompe il vetro con un martello e, in questo modo, crea delle immagini. Siamo rappresentati in Svizzera dalla stessa galleria, per cui lo conosco molto bene. L’anno scorso ho pensato che sarebbe stato interessante collaborare, perché il mio lavoro è sulla luce, il suo più sulle striature del vetro, ma la luce ha un’influenza, perché lui crea delle crepe da cui passa appunto la luce».
I due hanno lavorato insieme a Berna: «Disegnavo le prime linee e poi lui interveniva. – spiega – È stato un lavoro quasi in contemporanea. Alla fine aggiungo le lamine, ma è un processo che ha richiesto molto tempo». Esplorando la fucina, davanti a noi scorrono i rilievi del Monte Bianco, nuvole accennate, le forme della Val Camonica. La montagna è per Bill Claps primaria ispirazione, ma – più che i suoi profili – all’artista interessa cogliere il movimento della natura. Per farlo, usa una tecnica innovativa e complicatissima.
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«Uso lamine d’oro e d’argento sulla superficie e le manipolo per creare delle forme. – ci racconta – Le tele sono pesanti. Il processo prevede poi l’uso di un liquido sulla superficie. Ci metto la carta e la muovo perché voglio rendere i movimenti delle nuvole e le linee delle montagne. Ho 5 minuti per muoverla prima che si indurisca. È frustrante però in questo modo, in base alla luce, l’opera sembra muoversi. Devo essere molto veloce».
In effetti, ammirando le opere da posizioni diverse è l’opera stessa a cambiare. «Scopri i movimenti e le varie dimensioni. – continua Claps – Quando è asciutto, dipingo per provare la sensazione di trovarmi di fronte a una fotografia. Nessuno sa veramente come creo i miei quadri, me lo chiedono tutti. Ma è difficile oggi creare una tecnica nuova che nessuno ha mai fatto prima».
Le serie si susseguono: dopo i rilievi italiani e svizzeri, arrivano nuove vette. «Questa serie in particolare è ispirata ai paesaggi asiatici, giapponesi e cinesi. – commenta Bill – Volevo sembrassero quasi arazzi». Tutto si trasforma in questa arte mai statica. «La luce cambia e cambia l’opera, non c’è un punto fisso. – conclude Bill – Anche la natura cambia sempre se ci pensi. In questo senso, la Val Camonica è fantastica, un posto unico. Sento la sua forte energia e mi ispira molto».