Arrivata a Bienno per il progetto Bienno Borgo degli Artisti 2.0 dopo aver risposto alla open call, Elisa Ciarniello – argentina – ci accoglie nella sua bottega mentre sistema, tra pennellate e ultimi ritocchi, le opere che faranno da sfondo alla sua performance pomeridiana. È un’indagine artistica che si muove tra espressione del corpo, danza e giochi di luce quella di Elisa che sembra aver trovato nel piccolo borgo nuove ispirazioni, nuove idee.
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«Il tema della open call era Spazio Vuoto e per me è stato molto significativo. – ci racconta Elisa – Ho lavorato con questo argomento in diverse situazioni. Quindi mi sono iscritta e sono arrivata il 2 luglio. Rimarrò fino al 31 agosto». Una «grande sorpresa» per Elisa Ciarniello, che non si aspettava nulla di ciò che ha trovato a Bienno. «Non sapevo bene dove venivo ed è stato bellissimo. – commenta – Ho incontrato artisti da tutto il mondo e c’è questo incredibile paesaggio che non rispecchia la solita idea dell’Italia turistica. La mia ultima volta in Italia è stata Roma, Milano, Firenze, museo del marmo».
A Bienno, l’incontro è stato invece più con «la natura viva e con le cave di marmo, non il marmo del museo. Sono felice». Un’atmosfera che ha influito anche sulla ricerca dell’artista. «Ho studiato fotografia ed espressione del corpo in Argentina. – racconta Elisa – Quindi cerco di lavorare con la combinazione di entrambi, soprattutto dopo la pandemia. Ero in quarantena, i teatri erano chiusi ed è stato molto brutto. Ho iniziato a lavorare con il corpo nella virtualità e poi sul corpo e sull’immagine».
«Ho iniziato a mescolare le diverse tecniche. – ci dice ancora – Qui a Bienno voglio lavorare anche con il paesaggio. Da quando sono arrivata ho iniziato a camminare percorrendo lo stesso piccolo sentiero ogni giorno. Voglio guardare la luce, l’ombra, il paesaggio di Bienno, le montagne che cambiano sempre, il fiume. Il colore dell’acqua è super verdastro e trasparente, il colore delle pietre super rosso. Anche per questo ho iniziato a lavorare sull’immagine: un’impronta che rende l’idea di temporaneità».
Chiediamo a Elisa cosa intenda esattamente per temporaneità, in riferimento anche alla performance che sta preparando. «Quello che è un giorno, il giorno dopo potrebbe non essere. – ci risponde – Ogni giorno cambia ed è una cosa buona. Il vuoto ha anche a che fare con il momento presente: questo è il mio lavoro sul tempo, sull’impronta del corpo nello spazio».
Bienno, oltre a tutto ciò, è però anche senso di comunità. «Penso che il contesto – conclude Elisa – abbia una grande influenza sul lavoro perché siamo esseri sociali e lavoriamo in armonia. Allora dove siamo è anche il modo in cui vediamo il paesaggio. Gli altri artisti sono super generosi, ma anche i cittadini in generale. Sono stata accolta molto bene e per me è un occasione di crescita e di espansione».