Joss Stone si prepara ad arrivare a Trieste il 9 agosto. Nel frattempo, abbiamo parlato con lei di musica e felicità.

Joss Stone torna finalmente in Italia e porterà la sua musica sul palco del Hot In The City Summer Festival. Martedì 9 agosto si esibirà infatti nella speciale cornice del Castello di San Giusto di Trieste, con uno show che verterà sia sui suoi grandi successi, che sui nuovi brani della recente release Never Forget My Love. Un album gioioso, realizzato con la collaborazione di Dave Stewart degli Eurythmics. Ne abbiamo parlato proprio con Joss Stone.

Iniziamo dal concerto. Il tuo ultimo album è pieno di sonorità e di strumenti suonati, come hai studiato il live?
L’album ha tantissima orchestrazione e, da questo punto di vista, è complicato. Perché non possiamo portare un’orchestra ovunque andiamo. Vorrei che fosse possibile. Magari un giorno faremo un tour orchestrale, sarebbe bellissimo. Ma per ora è così e per alcune canzoni, soprattutto per quelle nuove, abbiamo sia l’orchestra che il computer. Non lo facciamo spesso, ma a volte capita. Chris, il monitor engineer, preme Play e noi suoniamo di conseguenza. Succede solo in tre canzoni. Per il resto del live suoniamo!

Mi sembra un ottimo compromesso.
Se penso a brani come Never Forget My Love o You’re My Girl mi piace che si sentano gli strumenti. Una canzone invece come Breaking Each Other’s Hearts devo dire che non la canto spesso, perché è molto profonda. A volte sembra che il pubblico si stia godendo il party, quindi non voglio costringere le persone a uscire da quel mood cantando loro una canzone del genere. Se il momento arriva, allora la canto. In base a ciò che ho inserito nel set, giudico le emozioni del pubblico. Super Duper Love arriva, ad esempio, quando le persone la desiderano. Non quando io penso che sia il momento di farla.

Mi sembra di capire che nei tuoi live ci sia molta improvvisazione.
Sì, certo, lo faccio sempre. La mia povera band è sempre in allerta! Si chiedono cosa sto per cantare. Ma credo sia importante agire in questo modo perché ogni show è diverso. Le persone che hai davanti sono diverse, ogni volta.

Sono d’accordo. In questo senso, quanto ti sono mancati i live?
Credo che ognuno abbia le sue motivazioni per fare un disco. Per cui, parlo della mia prospettiva personale. Quando faccio musica, la faccio per gli altri. La faccio proprio volutamente per le persone che la ascolteranno. Quando non puoi suonarla dal vivo, è come preparare una torta che nessuno potrà mai mangiare. O meglio, non sai se qualcuno la mangerà. E sembra tutto alquanto inutile. È una sensazione strana. Certo, puoi far uscire un album in digitale. Ma non è come vedere i volti delle persone mentre si muovono sulla musica, cantano, sentono le sensazioni che stai dando loro. È questa la magia della musica, è molto umana. Credo che la musica live sia importante per tanti motivi, ma per me personalmente questo è il motivo principale.

Soprattutto per questo album, che è pieno di gioia. Sono felice che tu abbia scelto questo tema, perché la vita è fatta di alti e bassi in fondo.
Ci sono alti e bassi e scegliamo noi se focalizzarci sugli uni o sugli altri. Qualche giorno dobbiamo abbracciare i momenti negativi, perché altrimenti non sarebbe sano. Non puoi ignorarli, devi accettarli e sentirli. Ma viverli 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 è veramente una brutta idea. È al 100% un’idea terribile. Dobbiamo focalizzarci sulle cose buone quanto più possiamo, abbiamo bisogno di un equilibrio.

Joss Stone

Joss Stone, il podcast A Cuppa Happy e il segreto della felicità

A proposito di felicità, posso chiederti qualcosa sul tuo podcast A Cuppa Happy?
Per me vivere è provare a stare bene sempre. Voglio vivere serenamente e provare a far star bene altre persone. Con il tour mondiale ho visitato molte associazioni e ho notato quanto le persone possano essere felici anche in circostanze non piacevoli. E ho pensato Perché?. Mi faccio molte domande e ne ho milioni sul perché ci sentiamo in un modo o nell’altro. Dipende dal contesto? Da quanti soldi abbiamo? Dalle nostre relazioni? Le domande sono tantissime. Se posso sistemare anche solo una cosa per una sola persona in un giorno solo sarebbe fantastico. Penso che il podcast, dato che non so le risposte, mi abbia permesso di chiedere a persone veramente intelligenti cosa ne pensano.

Chi sono le persone con cui ti confronti?
Sono persone che hanno studiato la felicità, il nostro cervello, hanno dato consigli ai governi su come rendere una nazione più felice o su come lavorare sulla salute mentale di un gran numero di persone. Stavo facendo una puntata del podcast proprio prima di parlare con te. Ho parlato con Robert Waldinger, un professore universitario e psicologo. Io sono una cantante, cosa ne so di queste cose? So solo come rendere una persona felice con una canzone. Quindi lui ne sa molto più di me. È anche un mago, pensa! Queste conversazioni per me sono divertenti, ma credo siano anche molto utili per chi le ascolta. Spero che le persone le apprezzino.

A proposito di live, in base a cosa decidi quali canzoni del tuo repertorio inserire oggi in tuo show?
Non è facile. Perché ho fatto 8-9 album. Sono tonnellate di musica, accumulatesi negli anni. E le persone conoscono alcune canzoni, non tutte. Quando sono andata in Corea del Sud, ho scoperto che lì amano la canzone Spoiled. Non ne avevo idea! Non l’avevo provata, la mia band non la conosceva. Quando vivo momenti così, con il pubblico che urla il titolo di una canzone che nessuno di noi ha provato, provo a cantarla a cappella per loro. Quello che ricordo della canzone, almeno.

È importante vivere il momento con il pubblico insomma.
Faccio del mio meglio semplicemente per regalare loro quel momento, perché potrebbero aver aspettato 5 o 10 anni per vedermi dal vivo. Non posso non suonare la loro canzone preferita. Provo a dar loro ciò che vogliono. E quando proviamo, do a tutti la possibilità di imparare quante più canzoni possibili così ce le abbiamo pronte. E se qualcuno urla Ehi, fai Teardrops! possiamo rispondere Ok, no problem anche se non la canto da anni. Voglio solo essere preparata.

A proposito del tour mondiale, che mi dici dell’Italia?
Prima del tour mondiale sono stata tante volte in Italia. E, in base alla mia esperienza, è sempre stato bellissimo. E poi per il tour mondiale siamo stati a Tarvisio, uno dei posti più belli che io abbia mai visto. È letteralmente il posto in cui vorrei sposarmi. Il lago era blu, non potevo credere al colore che vedevo con i miei occhi. E poi le montagne, gli alberi, la neve. Ero senza parole. Sai, alcune delle collaborazioni non me le ricordo. Ne ho fatte centinaia. Non è possibile ricordarle tutte. Ma per qualche ragione quella con Doro Gjat non riesco a dimenticarla. Lui è un rapper, ho scritto per lui dei versi e forse anche per questo ricordo il nostro duetto. Vorrei poter tornare indietro e registrarlo di nuovo. Ricordo che lui era dolcissimo, felicissimo, aveva un sorriso contagioso. Credo l’esibizione sia ancora su YouTube. Guardatela!

Credo che amerai anche Trieste.
Non ci sono mai stata. E sono emozionata, ho sentito che è una città bellissima. Poi amo il cibo italiano, sono emozionata anche per questo!