Willie Peyote ci racconta ‘Pornostalgia’, il nuovo album frutto degli anni che ci lasciamo alle spalle, di disincanto ma anche di apertura.

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Willie Peyote torna con Pornostalgia, il nuovo album disponibile da venerdì 6 maggio. «In questi anni, in cui tutto si è fermato, ci siamo ritrovati a guardare indietro, vecchi film e libri, con nostalgia. – racconta l’artista a proposito del titolo – È un momento in cui mi sembra che il concetto di nostalgia sia molto presente. Forse, avendo meno certezze sul futuro cerchiamo rassicurazioni dal passato». L’album – che arriva tre anni dopo Iodegradabile e appena un anno dopo la partecipazione a Sanremo – è di fatto proprio una riflessione su questi tempi bui. Secondo Willie Peyote, tuttavia, stavolta c’è anche un po’ di luce.

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«Rispetto ad altri dischi mi sembra ci sia più slancio. Più apertura verso la possibilità che non sia per forza tutto perduto. – ci dice Willie Peyote – C’è una stanchezza che deriva da questi due anni difficili e dal costante meccanismo di polarizzazione che ci circonda, su tutti i temi. Mi affatica cercare la profondità, a lungo andare diventa difficile. Però penso e non demordo dall’idea che si possa comunque trovare un modo, anche oggi, per fare dei ragionamenti più profondi».

Il celebre e condivisibile disincanto del rapper lo invita, alla fine, ad andare a fondo. Un’operazione che necessita amici, e così – nelle 13 tracce – spiccano featuring nati più dalla stima che dal marketing. Da Samuel a Jake La Furia e Speranza, da Aimone Romizi dei FASK al producer Godblesscomputers. E infine, ci sono anche le partecipazioni di Emanuela Fanelli e Michela Giraud per continuare a mostrare sostegno alla stand-up comedy.

«Sono tutti artisti che mi piacciono molto e con cui volevo collaborare. – dice Willie Peyote – Alcuni sono anche amici e averli nel disco rendeva tutto più vero. Mi aiutava a raccontare, andando in profondità. Poi c’è il legame con la stand-up e la satira, che cerco di portare avanti. Sono ambiti che studio costantemente».

Willie Peyote

Sanremo e la scena musicale

In All You Can Hit, Willie Peyote parla chiaramente della sua partecipazione a Sanremo. «È una traccia rap dove racconto il mio rapporto con il mercato musicale. – la descrive il rapper – Lo vedo come un all you can eat di sushi, dove l’importante è che ci sia tanta roba da mangiare a poco prezzo. Al di là quindi del vero valore di quello che consumi. Per me la musica invece è più una osteria, il gusto della tradizione, qualcosa di più reale che un all you can eat. Nel brano c’è un riferimento a Sanremo all’esperienza di Mai Dire Mai».

«Non vorrei passasse il messaggio che rinnego la partecipazione. – ci dice poi in proposito – L’esperienza è stata formativa, sono cresciuto moltissimo e sono contento di esserci stato. È andata meglio di come mi aspettavo, ma credo che una volta sia sufficiente. Tornassi indietro lo rifarei, ma se tornassi una seconda volta perderei l’effetto sorpresa. Perché rischiare?».

Il brano si lega al successivo della tracklist, Prima, nato in presa diretta in sala prove sull’importanza dei numeri e dell’opinione della gente. Una tematica che torna spesso, in realtà, in tutta la discografia di Willie Peyote che non disdegna certo qualche onesta riflessione sul tema.

Il live

E poi il ritorno al live. Peyote e gli All Done sono infatti pronti per presentare dal vivo i nuovi pezzi durante il tour (organizzato da Magellano Concerti) che prenderà il via il prossimo 18 giugno.

«Sono contento per la capienza, torniamo a fare il nostro lavoro in condizioni a cui ci eravamo disabituati. – ci dice Willie Peyote – Era la parte del mio lavoro che preferivo e ora ricomincio, spero di non aver perso l’allenamento».