Loomy ci racconta l’album d’esordio ‘Loomyltà’, arrivato dopo una lunga ricerca stilistica e varie traversie. La nostra intervista.

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Il 25 marzo è uscito Loomyltà, l’album d’esordio di Loomy. Un progetto che arriva dopo un lungo percorso di ricerca stilistica, in cui Loomy ha trovato la sua identità.

«Il progetto è pronto già da un po’. – ci dice Loomy – È stato più il tempo che ho impiegato a trovare un team in grado di aiutarmi come si deve e con cui mi trovassi bene artisticamente. L’ho trovato e hanno assecondato ogni mia richiesta artistica. Son contento perché finalmente pezzi che sento ormai da quasi due anni vedono la luce. Lo vedo come una partenza vera. Alla fine la musica la fanno i dischi e, come primo progetto, era anche ora».

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In Loomyltà si rincorrono vari stili musicali, su cui Loomy ha messo alla prova anche se stesso.

«In realtà penso che, come album, non sia facilmente catalogabile. – spiega – Affronto vari sound in tutte le tracce e non è stata neanche una nostra domanda. Abbiamo fatto ciò che ci diceva l’istinto. Loomyltà nasce anche da questo, perché sono stati creati i brani seguendo quello che avevamo da dire o far sentire. Son contento che si distacchi da tutto e che non abbiamo usato robe che ci agevolassero col mercato. Io sono questo, volevo che il primo progetto mettesse un’impronta a livello sonoro per far capire quali sound mi appartengono. Spero che questo dia il via a un percorso in cui la musica possa crescere come si deve».

Loomy Loomyltà

Loomy, Loomyltà e l’apertura di una parentesi

Nell’intervista, Loomy ci parla di Non Piove Mai («Nata come outro») e del singolo Il quinto dei Beatles («Un manifesto artistico»). Ma anche di come abbia usato la voce in modo assolutamente istintivo.

«Questo lato l’ho sempre tenuto nascosto perché, quando sei più piccolo, tendi a nascondere la parte più fragile e leggera. Mi sono detto Basta Paure, oso perché lo so fare. Ho fatto un album senza pretese. Metto la bandierina per dire Sono questo».

Insomma, Loomyltà – per Loomy – è senza dubbio una parentesi «aperta».

«Ora posso dire Questa parentesi la riempiamo di operazioni. Prima non avevo la base artistica. Dovevo trovare la mia vera natura. E poi non avevo un team e troppe dinamiche legate a queste cose mi hanno frenato tanto. Anche per colpa mia e per la mia giovinezza. Arrivi però a dubitare di te stesso, a dire che forse non è la cosa giusta, che non sei forte come credi. E quanto te lo dici troppe volte perdi la sicurezza, che è fondamentale».