Murubutu ci racconta l’album ‘Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali’, uscito il 14 gennaio.

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Si intitola Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali il nuovo album di Murubutu, uscito il 14 gennaio per Glory Hole Records. Anticipato dal singolo Black Rain feat. Claver Gold e Rancore, il progetto ruota intorno al concept della pioggia, vista come portatrice di un distacco spazio-temporale capace di trasportarci in altri mondi.

«Il concept nasce dalla volontà di parlare del tempo. – ci racconta Murubutu – Ma soprattutto di parlare delle tante possibilità esistenziali che abbiamo e che spesso non viviamo. Secondo me la pioggia è una buona metafora. Le gocce riflettono la realtà, ognuna dal suo punto di vista unico. In qualche modo sono le monadi di Leibniz, ma anche le realtà parallele che non vedremo mai. La pioggia in qualche modo ha il potere di sospendere lo spazio e il tempo. Forse ci illudiamo di vivere la realtà in modo diverso».

Centrali sono dunque temi come il rapporto con il tempo e il valore della memoria. Elementi che modificano anche i nostri stati d’animo. Non è detto, in breve, che la pioggia sia solo nostalgica malinconia. Lo si evince dall’intro – Ode alla pioggia (intro) ft Dj Caster – decisamente «muscolare» – e dal suo specchio distorto, Ode alla pioggia (outro), che chiude la tracklist.

«L’intro per un artista rap è un modo di presentarsi. Vuole essere evocativa, ma dare anche carica e energia. È una presentazione e un’ode con riferimenti letterari e pittorici. L’outro è triste, parla di mia mamma che non c’è più. È bello pensare che quando piove possiamo vedere persone che non ci sono più. Il personaggio protagonista dell’album vede queste cose perché fuori piove. Alla fine però esce e si accorge che non ha mai piovuto».

Murubutu, produzioni e featuring

Nelle 15 tracce le produzioni sono affidate ai beatmakers James Logan, Gian Flores, XxX Fila e Red Sinapsy. Gli ospiti al microfono – oltre alla corista Dia, sempre presente ai live – sono alcuni degli artisti conscious rap più noti come Rancore, Claver Gold, En?gma, Moder ma anche un veterano illustre come Inoki, un giovane talento come Mattak e uno dei maggiori esponenti italiani della scena reggae internazionale come Lion D. Agli scratch due turntablist di lungo corso: Dj Fastcut e Dj Caster.

«Ho lavorato con produttori nuovi. – dice Murubutu – James Logan è giovanissimo e molto talentuoso, ha rinfrescato il mio suono. La traduzione con la band dei brani non è facile, ma siamo riusciti a costruire un live coinvolgente e molto musicale. Per i feat, solitamente scelgo gli artisti in base al brano. Per Black Rain, ad esempio, ho subito pensato a Rancore. Anche Lion D è inserito in una sonorità a lui consona».

L’artwork di copertina è invece opera di Capitan Artiglio.

Murubutu

I riferimenti letterari

I racconti contenuti hanno registri e suggestioni differenti e risentono dell’influenza di narratori diversi come Wells, Bradbury, Dick ma anche Salvago Raggi, Deledda, Cardoso, Niffenegger, Bonnefoy.

«Non è stato facile – dice il rapper – perché rispetto al vento, dove abbiamo uno scrittore come Francesco Biamonti, ho fatto fatica a trovare riferimenti sulla pioggia. Ci sono tanti libri che citano la pioggia, ma non la trattano. Poi ho scoperto la scrittrice Camilla Salvago Raggi, che è un tesoro di dettagli e stati d’animo La sua scrittura toccante mi ha ispirato tanto. Oltre a lei, ci sono i capi della fantascienza».

In fondo, ci dice Murubutu, l’obiettivo era realizzare «un album di fantascienza che non dimenticasse la mia componente più romantica».

«Coniugare le due cose non era facile. Penso però che la cosa migliore sia cercare di raggiungere l’amore attraverso un dialogo col tempo. Spesso questo ha a che fare con i viaggi spazio-temporali».

Foto: Niccolò degli Incerti Tocci