Sick Luke racconta la genesi e il successo di ‘X2’, promettendo di continuare ad evolversi, perché «l’arte non può restare in cameretta».

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È uscito il 7 gennaio, ma già è bene parlare di uno degli album più significativi del 2022. X2, il primo disco di Sick Luke, è infatti il terzo album al mondo più ascoltato nella settimana di debutto, ottavo in Inghilterra (fonte Spotify). Non solo. In Italia – nelle prime 48 ore dalla release – le 17 tracce dell’album hanno monopolizzato le chart dei servizi streaming, piazzandosi nelle prime 18 posizioni delle classifiche della TOP 50 ITALIA di Spotify e nella TOP 100 ITALY di Apple Music.

«Non mi aspettavo questo riscontro. – commenta Sick Luke – Sono un po’ dark. Di sicuro non credevo di ricevere così tanti ascolti in un giorno e di vedere tutto il disco in classifica. Ma, grazie a questi risultati, mi hanno contattato tanti artisti internazionali. X2, per me, è un disco italiano e credo che una collaborazione internazionale non ci stesse bene. Ma qualcosa nascerà sicuramente per il futuro».

Genesi e feat. di X2

«Sicuramente fare questo disco mi ha aperto un mondo che prima non conoscevo. Ho iniziato a usare chitarre e sintetizzatori, perché hanno cambiato il mio sound. Nel disco ci sono tante sfaccettature diverse, ma tutte mie. È un po’ una radio».

La radio di Sick Luke si avvale del resto di tantissimi featuring («Tutti studiati», precisa il producer) che contribuiscono a creare un vero e proprio caleidoscopio musicale. Sono gli amici – i bro – di Sick Luke, che con lui hanno sempre condiviso percorsi e beat. Stavolta, a cambiare è proprio il ruolo del produttore.

«Quando lavori con altri artisti sei sempre il direttore d’orchestra, ma l’artista ha la palla in mano e devi stare un po’ più a catena. – spiega – Anche se ho fatto sempre il mio. Nell’album mio ho deciso quasi tutto».

E così, in Dream Team – ad esempio – Sick Luke mette insieme Pyrex, Capo Plaza, Tedua e Shiva. Il «dream team» della trap, perfetto «per un pezzo del genere». In Funeral Party, Cosmo si trova affiancato da Pop X, «che ho scoperto con Io c’entro con i missili. E mi piace come vede il mondo».

«Quando ho iniziato a lavorare al disco, mi ero detto che non volevo solo rap e trap e, tra gli artisti, è uscito il nome Pop X. – racconta Sick Luke – Io e lui abbiamo già fatto una canzone mai uscita. E per fortuna, perché il pezzo era psicopatico. Lavorare con lui è una figata, ha portato qualcosa che nel disco mancava: un po’ di ironia. È una trollata, e ci stava».

Sick Luke

In Faccio cose troviamo invece insieme Fabri Fibra, Jake La Furia e Izi.

«Qualche anno fa sono andato in studio da Fibra e abbiamo fatto 2-3 tracce. – dice il producer – Era uscita questa Faccio Cose e mi disse che me la lasciava. Fibra è stato il più positivo nel disco, è veramente un grande. Il pezzo mi gasa un botto. Per alcuni è ripetitivo, ma per me è quella la figata».

Izi torna anche in Temporale (in compagnia di Ketama126 e Luché), un brano «nato prima dal beat». «Subito mi è venuto in mente di metterci Ketama, ma volevo solo il ritornello cantato da lui. Così poi ci abbiamo messo Luché e Izi». Così come Tedua che essendo «un fratello» vanta la doppia presenza e apre la tracklist con Notti Scure, insieme a Gazzelle.

La tracklist è invece chiusa da un brano molto caro a Sick Luke, Libertà, che lo vede duettare con suo padre, Duck Montana.

«Sicuramente in quel pezzo omaggio mio padre e parlo un po’ di me in dodici barre. – spiega – È un pezzo importante perché spiega chi sono e chi è mio padre, anche se è l’ultimo pezzo del disco. Ha tanto valore e non mi interessa se diventi mainstream, ma che venga capito. Ci tengo molto».

X2 visto da Sick Luke

Se dovesse tirare le somme, non senza sforzo Sick Luke arriva a definire La strega del frutteto (con Madame e chiello) il pezzo che ha impiegato più tempo a vedere la luce.

«Ci abbiamo messo un po’ perché ci è voluto a farlo suonare come si deve. – dice – Fare un genere nuovo è difficile e ci sono stato più tempo su quel beat».

La hit del disco, per Sick Luke, è invece Solite Pare. «Il pezzo più introspettivo per me è Sogni Matti con Leon Faun e Drast. Quel pezzo me lo ascolto un sacco e loro dicono cose fighe. Il pezzo più da live, invece, è senza dubbio Clochard con Taxi B e Pyrex. Live per me fa cascare tutto».

«Nel disco ci sono tante sfaccettature. Il nuovo Sick Luke? È difficile rispondere, io sono bipolare e cambierò sempre. Le cose nuove che sto facendo sono già diverse. Tendo sempre però a rifare cose che ho già fatto, ma in chiave moderna».

Sick Luke parla poi dell’assenza di Lazza, che doveva essere in Dream Team.

«Eravamo vicini alla consegna del disco e Lazza non era più convinto. Si è tolto, non so perché. A quel punto è arrivato Shiva che ha spaccato. Per Lazza mi spiace, ma non ho di sicuro sentimenti negativi. Sarà per un’altra volta».

Il futuro dei producer

X2 ha indubbiamente alzato l’asticella. Ma come vede Sick Luke il futuro delle produzioni in Italia?

«Sicuramente la trap e l’indie hanno avuto un grande ruolo in questi anni, ma la musica ora è diventata tutta un po’ uguale. – dice Sick Luke – Ora secondo me stiamo unendo questi due generi e sta nascendo qualcosa di nuovo. Non puoi fare sempre la stessa musica. Mainstream comunque per me non è una cosa brutta. È solo un modo per far arrivare la musica a più persone. L’arte non deve restare in cameretta, deve essere ascoltata da tutti».

«In futuro – conclude il producer – vorrò fare cose sempre diverse. Fare musica è la mia passione più grande e la mia valvola di sfogo. Per me sperimentare è fondamentale e lavorare con questi artisti è stata una benedizione. Mi hanno solo ispirato a fare cose nuove».