Elen Ellis e Fabrizio Bezzi ci raccontano il programma ‘Scemi not Shaming’, una scuola di vita in sei puntate.

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È iniziato il 19 ottobre 2021 Scemi not Shaming, il nuovo digital show prodotto da Dare Studio e condotto da Elen Ellis e Fabrizio Bezzi. Per sei puntate, il format andrà in onda ogni martedì e giovedì alle 15 sui canali social di MTV Italia e racconterà percorsi di rinascita e auto accettazione.

«Abbiamo iniziato a lavorare casualmente otto mesi fa. – ci racconta Elen – Ritrovarmi qui è incredibile. Questo show parla di vari temi e di un macro-tema che mi sta molto a cuore. Non è un programma di intrattenimento, ma ha uno scopo. Vuole lasciare un messaggio in chi lo guarderà».

«In alcuni momenti mi sento come se stessi vivendo un tempo onirico. – aggiunge Fabrizio – Non sono abituato di indole ad essere concentrato su una cosa sola perché sono iperattivo. So fare tante cose contemporaneamente. In realtà, quando io e Elen abbiamo iniziato il progetto è stato faticosissimo. Dovevo pensare solo a Scemi not Shaming. Per me è un figlio. Abbiamo partorito con i giusti mesi di gestazione un figlio desideratissimo. Non è una sovraesposizione mediatica rispetto a ciò che facciamo. Vogliamo mettere a disposizione la nostra sofferenza e la nostra felicità ai follower. Siamo in ansia perché speriamo che serva a qualcosa, che il nostro intento sia utile e che le persone inizino a capire cose belle».

Scemi not Shaming

Scemi not Shaming è, di fatto, una scuola in cui giovani ragazze potranno confrontarsi con le proprie insicurezze. In un periodo in cui la percentuale di disturbi alimentari e gli episodi di bullismo e body shaming sono vertiginosamente aumentati, anche causa del passato lockdown, il programma si mette a disposizione per combattere questi fenomeni sociali che si fanno largo nella vita dei giovani.

«È difficile trattare questo argomento con leggerezza. – ci dice Elen – Abbiamo pianto, ci siamo arrabbiati. Trattare con leggerezza un argomento che ci ha fatto male quando eravamo piccoli è dura».

Eppure tutto è partito proprio da «un episodio brutto successo online».

«Abbiamo iniziato queste dirette durante il lockdown. – ci racconta Fabrizio – Avevamo già coniato il termine Scemi not Shaming, è stato semplicissimo. Ne abbiamo fatte soltanto due però, perché alla seconda sono iniziati gli hater. Già da piccolo mi hanno bombardato con insulti legati alla mia sessualità, sono abituato. Invece, in questo caso, stavano attaccando la professionalità di Elen. Come se dovesse giustificarsi di dare un consiglio. Ho insistito tanto con Elen per esporsi di più».

«Dopo quell’episodio l’unica emozione che ho sentito è stata la vergogna. – aggiunge Elen – Non era paura, perché contro la paura ce la fai. Invece la vergogna ti blocca. A un certo punto ti convinci di quello che ti dicono gli altri. Diventa distruttivo, solo l’amore per te stesso ti salva».

Scemi not Shaming e l’importanza di aiutare gli altri

«Fabrizio – ci racconta Elen – mi ha aiutato a utilizzare quello che già facevo sui social. Il mio modo di comunicare si è evoluto negli anni, ma parlare di questi argomenti con leggerezza (e non superficialità) in realtà è un metodo di comunicazione che ho acquisito col tempo anche grazie a chi mi seguiva. Soffrivo di ansia. Ma mi sono resa conto che gli attacchi di panico sono molto diffusi e che, nel lockdown, sono diventato un leit motiv. Ho pensato che magari, raccontando che anche io li ho avuti, sarei riuscita ad aiutare le altre persone».

«In queste situazioni – aggiunge Fabrizio – ci sono due strade. O ti convinci o ti metti i prosciutti davanti agli occhi e le voci diventano un rimbombo. Non capisci quando dicono la verità e quanto vogliono farti soffrire».

Scemi not Shaming

Il format

Il format si propone proprio di insegnare alle ragazze a valorizzarsi trovando il look giusto. La volontà non è quella di modificare l’identità delle persone, ma quella di far amare e apprezzare quella che già si ha.

«Parlare di struttura è complicato. Abbiamo dovuto affrontare i tempi tecnici della puntata di MTV. Eliminare tre ore di girato è una follia. – ci dice Fabrizio – Ma spero dia modo di capire che, per le prossime edizioni (che ci saranno), abbiamo bisogno di più tempo».

«Scemi not Shaming è una scuola di vita, con confronti con le ragazze. – spiega Elen – Abbiamo parlato con loro. Non è un format finto, loro dovevano uscire migliori con se stesse. Ci sono lezioni verifiche su argomenti specifici della moda. Valorizzarsi è la parola d’ordine. La registrazione è stata fatta cronologicamente, perché anche cronologicamente doveva avere un senso. La foto è stata fatta alla fine, per far capire al pubblico che le ragazze sono riuscite a far vedere ciò che sono davvero».

Non a caso la locandina del programma mostra le ragazze trasformate alla fine della puntata. «Perché erano già belle all’inizio», sottolinea Fabrizio.

Gli ospiti

Ad ogni puntata ci sarà un ospite d’eccezione che racconterà in prima persona la propria esperienza sui delicati temi del bullismo e dell’accettazione di sé. Le ospiti delle prime due puntate saranno rispettivamente l’imprenditrice digitale Valentina Ferragni e Norma’s Teaching, l’insegnante d’inglese celebre per le sue lezioni video diventate virali su Instagram e TikTok.

«Abbiamo scelto noi persone che avessero vissuto queste dinamiche. – precisa Elen – Perché non succede solo a scuola, succede a tutti. Valentina Ferragni racconterà di quanto sia stata sempre attaccata per il suo fisico e messa a paragone con la sorella. Stimo molto Vale perché non si è mai nascosta e non è mai voluta essere ciò che non è».

«Norma – aggiunge Fabrizio – l’ho voluta fortemente perché è una dei buoni risultati della quarantena. Ha insegnato la pronuncia inglese ed è stata attaccata per l’aspetto e perché un’italiana non poteva insegnare inglese. Ha reagito e credo che la sua presenza possa far capire che i limiti ce li mettiamo noi».

La prima vittoria è imparare ad amarsi

Precisando che «alle persone dà fastidio il coraggio» e che non vogliono sostituirsi «a nessuno», Fabrizio e Elen ci rivelano le loro speranze per questo format.

«Vorrei aiutare le persone ad affrontare le stesse difficoltà che ho affrontato io, ma in modo diverso. – ci dice Elen – Qualcosa sarebbe andato meglio se certe cose le avessi capite prima e avessi avuto il coraggio di affrontarle. Vorrei che le persone capissero che la prima vittoria è imparare ad amarsi. Se non ti ami è un disastro».

«Spero che le persone seguano l’esempio di queste cinque ragazze – conclude Fabrizio – nell’aver avuto il coraggio di esporsi con i loro limiti, superandoli».