Lo show LIBRA vanta una colonna sonora che esplora quale potrebbe essere il suono tecnologico del futuro. Intervista a Gigi Funcis.

loading

Saranno la Fortezza di Gradisca (GO) e il suggestivo Castello di Miramare a Trieste ad ospitare – dall’8 al 12 settembre – LIBRA, eccezionali scenografie di videomapping nate dalla collaborazione dell’astrofisico Roberto Trotta con il regista Gigi Funcis. Uno spettacolo evento che unisce ologrammi, visual effects, intelligenza artificiale e attori in carne e ossa, tra cui il protagonista Lorenzo Acquaviva. Scienza e fantascienza, dunque, si sovrappongono grazie ai contributi video di Carlo Rovelli, Piergiorgio Odifreddi e l’archeo-astronomo Ed Krupp e le musiche di scena di Eterea Post Bong Band con la collaborazione di Enrico Gabrielli e Nicola Manzan.

Che suono potrebbe avere, effettivamente, il futuro? Ce lo spiega Gigi Funcis.

«LIBRA è basato su una storia vera o, come ci piace dire, futura. – ci racconta il regista – Raccontiamo qualcosa che forse la società umana si troverà a fronteggiare tra una ventina d’anni, l’inquinamento satellitare. Noi usiamo tutti i giorni i nostri device per avere ricerche geolocalizzate, senza renderci conto che il continuo lancio dei satelliti da parte dei baroni dello spazio sta creando una cortina. Si calcola che tra venti anni ci saranno più di 100mila satelliti in orbita bassa».

LIBRA è dunque «una storia semplice, ambientata nel futuro».

«Un semplice impiegato di una multinazionale scopre strani messaggi all’interno della pubblicità, collegati a una strana epidemia che ha colpito anche sua moglie. – racconta Funcis – Una micro-squadra indaga su questi fotogrammi misteriosi».

LIBRA

LIBRA, la musica del futuro

La colonna sonora dello spettacolo-evento è nata in realtà prima di LIBRA.

«Ho una formazione da musicista – ci dice il regista – e da anni cercavo di trovare un connubio tra musica e fantascienza. Nel 2013, con la mia band Eterea Post Bong Band, realizzammo un album sulla successione Fibonacci. Ebbe grande successo tra la comunità scientifica, tanto che presentammo il disco all’interno di convention matematiche. Qualche anno fa abbiamo poi fatto una campagna di crowdfunding per un corto di fantascienza con relativa colonna sonora. La gestazione è stata molto lunga, ci sono voluti mesi».

Per cercare il suono della fantascienza, Funcis ci dice di aver «coinvolto tante persone».

«Pensando agli spettacoli, ho preso parti e musica rimontando e risuonando. – racconta il regista – Ho usato alcune immagini di LIBRA e mi sono reso conto che l’essenza della fantascienza fosse in entrambi i progetti. Era perfetto. In sostanza la Nordwalkers OST si è tramutata nella colonna sonora di LIBRA. E poi c’è stato il lavoro di sound design».

«Che suono è quello tecnologico del futuro? – conclude Gigi – In questa grande parete olografica che suoni ci saranno? Si tornerà al vecchio, all’organico, o si andrà ancora più avanti nel digitale? Ci siamo fatti queste domande e siamo arrivati a un buon risultato».