Riopy ci racconta l’album ‘Bliss’ e in che modo la musica può aiutare a guarire le persone e a vedere sempre un po’ di luce.
Il 2 luglio esce Bliss, il nuovo album di Riopy. Un titolo che è in tutti i sensi una benedizione e che mostra tutte le sfumature della musica del pianista e compositore francese. Musica che nasce per ispirare e soprattutto per curare, immergendo l’ascoltatore in mondi naturalistici e immaginati. Mai, però, troppo lontani e irraggiungibili.
La tracklist conta undici brani inediti, tra cui spicca Be a Prelude, scritto in realtà dieci anni fa da Riopy.
«Non volevo condividerla all’epoca. – ci dice Riopy – Era un po’ il mio segreto e non era tempo. Ma quando ho iniziato a lavorare a Bliss ho capito che era il momento giusto».
Per registrare le altre tracce Riopy ha scelto invece un pianoforte Fazioli, il cui magnifico suono ha contributo a distillare nei brani melodie di pura emozione.
«Quando lavoravo ai primi album era difficile per me trovare un posto dove registrare. – ci racconta – Non riuscivo a replicare una precisa emozione. Non mi piacciono le scatole, ed è per questo che amo i live. Sono sempre diversi. Con Bliss volevo trovare la giusta dimensione. Quando ho composto La Vernatelle ho capito che dovevo andare in quella direzione. Ho chiesto all’etichetta come potessimo fare. E ho trovato un Fazioli che avevo già suonato in precedenza. I Fazioli sono pianoforti incredibili, ne abbiamo portato uno da Parigi al sud della Francia».
Protagonista di una data a Piano City Milano, Riopy ci racconta come per lui la musica sia salvifica e come spera di poter trasmettere la stessa sua missione a chi lo ascolta.
«Non so perché – ci dice – ma il mio pubblico è principalmente composto da ragazzi. I giovani sono abbastanza intelligenti da capire e provare sensazioni. Dobbiamo avere fiducia nelle nuove generazioni, io credo molto in loro».