Shiva ci racconta ‘Dolce Vita’, il nuovo album in uscita l’11 giugno. Proprio come nel film di Fellini, Shiva racconta le ombre del successo.

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Dopo un anno di silenzio, esce finalmente Dolce Vita di Shiva. Un album ricchissimo – sia nei testi che nelle sonorità – nel quale il rapper indaga sul lato più cupo del successo e della ricchezza. Non è un caso che il titolo del disco e la sua cover rimandino al film di Federico Fellini che ruota intorno alle medesime tematiche.

«Ho visto La Dolce Vita per caso e mi ha ispirato, perché è molto italiano. – ci dice Shiva – Il film racconta la grande noia dietro il successo. Mi sono sentito rappresentato perché pochi parlano di questo aspetto. È tutto figo, ma mi annoio e mi manca sempre qualcosa».

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Che Dolce Vita sia un album molto personale lo dimostra già il singolo La mia storia, che ha anticipato il progetto. Il video del brano è diretto da Enrico Yaay con la produzione di Leon e offre una scintillante vista della dolce vita dai grattacieli milanesi. Perché la storia di Shiva parte da Milano Ovest e lì si snoda e sviluppa, nel bene e nel male.

«Per me il luogo e le immagini sono fondamentali. – ci spiega il rapper – Il luogo in cui vivi diventa ciò che sei e ciò che racconti. All’inizio detestavo Milano, poi col tempo ho imparato a conoscerla sotto aspetti diversi. Ora ho lo sguardo su ciò che ho passato e non dimentico mai da dove vengo. Ora Milano mi ispira tanto».

Non ci sono featuring in Dolce Vita (se non per un’incursione di Lil Baby in Mastercard) e anche questa scelta – a suo modo – è una dichiarazione di intenti.

«Ho sempre scritto tanti pezzi, stavolta ho voluto capire cosa volessi scrivere più che riuscirci. Ho raccolto brani che già avevo e ho scritto brani più introspettivi. Avevo voglia di guardarmi dentro, volevo toccare argomenti non facili».

«Sono le piccole cose che fanno la differenza, i messaggi che lasci. – conclude Shiva – Le persone si rivedono in te nelle cose simili, non puoi parlare sempre di cose sfarzose. La direzione creativa invece è abbastanza chiara. Non è un album molto versatile musicalmente, ma su alcuni brani ci sono suoni veri. Ogni brano ha un senso e l’obiettivo è sempre quello di lasciare un’emozione».