La nostra intervista a Bluem che ci racconta il suo primo progetto in italiano, ‘Notte’. Sette brani per sette giorni della settimana.

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Si intitola Notte (Peermusic Italy) il primo album in italiano di Bluem. Uscito venerdì 28 maggio, il disco contiene sette tracce – una per ogni giorno della settimana – che danno vita ad universo creativo immerso in un’oscurità avvolgente. Notte, appunto, perché è con il buio che sono nati questi brani, in appena una settimana.

«Scrivo sempre di notte. – ci dice Chiara Floris, in arte Bluem – Sono tranquilla e sono anche più creativa. Ho chiamato l’album Notte per questo motivo. Il cuore delle canzoni l’ho scritto la notte, poi di giorno lavoravo a cose più tecniche».

Le parti tecniche vantano la produzione dell’amico e collega Simone D’Avenia e anche il lavoro certosino all’eterogeneità di suoni che si respirano nell’album.

«Non ho pensato di fare un concept album, ma alla fine risulta così. – dice la cantautrice – Avevo una settimana di ferie, quello era il tempo che avevo per fare un album. Ho usato quella settimana per scrivere, perché erano tanti anni che non riuscivo. E ho scritto un brano al giorno perché avevo già in passato provato a stimolarmi iniziando e concludendo un brano il giorno stesso. Poi li pubblicavo su SoundCloud. Ho provato lo stesso approccio».

Bluem

Sarda di origine ma residente a Londra, Bluem in Notte si cimenta con l’italiano ma anche con le suggestioni della sua terra, vivissime soprattutto nell’artwork. Le fotografie sono state scattate da Jasmine Färling tra Arbus, Piscinas e le campagne di Oristano.

«Ho inserito la Sardegna nel progetto visivo perché non l’avevo fatto col progetto musicale. Ho avuto paura che creasse una separazione, ma quando ho deciso di inserire mia nonna nel disco ho capito di aver fatto qualcosa di coerente. E nel live ci saranno più elementi della Sardegna».

Bluem presto sarà infatti in tour ed è stata selezionata dal prestigioso Romaeuropa Festival 2021 per esibirsi il 3 ottobre all’interno della rassegna Line Up!, che convoglia all’Auditorium Parco della Musica alcune delle proposte femminili più interessanti di una scena caratterizzata dalla contaminazione e dal respiro internazionale.

«Per me è assurdo. Ancora non ci credo quanto sia volato il tempo. – conclude – Il mio progetto precedente era sconosciuto. Per la prima volta ho trovato il modo di comunicare con me stessa e con la gente. Ho trovato un po’ di equilibrio».