Dal 20 maggio al cinema, Morrison di Zampaglione. Uno scontro generazionale, in cui l’artista ha messo qualcosa di sé.

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Quarto film da regista per Federico Zampaglione che dal 20 maggio torna al cinema con Morrison. Adattamento cinematografico tratto dal suo romanzo Dove tutto è a metà, scritto con Giacomo Gensini, il film è stato girato durante la pandemia e vede nel cast Lorenzo Zurzolo, Giovanni Calcagno, Carlotta Antonelli e Giglia Marra.

Federico Zampaglione torna alla regia con Morrison: storia di sogni, fallimenti e amicizia

Lodo (L. Zurzolo) ha vent’anni e vive le difficoltà della sua età, tra un difficile rapporto con il padre e il tentativo di conquistare Giulia (C. Anotnelli), la sua coinquilina di cui è follemente innamorato. Si esibisce con i MOB, una band indie, in un leggendario locale romano: il Morrison. Un giorno, casualmente, la strada di Lodo incrocia quella di Libero Ferri (G. Calcagno), ex rockstar dalla carriera in stallo, che cerca di ritrovare il successo ma finisce per chiudersi sempre di più in se stesso, trascurando la bella moglie Luna (G. Marra) e vivendo isolato nella sua lussuosa villa piena di ricordi.

Tra sogni, fallimenti, amicizia, amori tormentati e curiosi personaggi, il loro incontro diventerà uno stimolo reciproco ad andare avanti, ma a tratti anche un difficile confronto tra generazioni e modi di essere molto diversi.

Abbiamo incontrato il regista e frontman dei Tiromancino, che firmano la colonna sonora del film, e ai nostri microfoni Zampaglione ha raccontato la tensione vissuta durante la realizzazione del film (girato in piena pandemia) e l’emozione dell’ultimo giorno di riprese. Di quanto questo film, parli per certi versi anche di sé: a partire proprio dal locale che da il nome al film, il Morrison, somma di tanti club in cui il regista si è esibito. Per arrivare a Lodo e Libero, entrambi facce di una stessa medaglia, che lui conosce e in cui si è rivisto.

«Il Morrison raccoglie tutta la vita che ho passato nei locali, da quando avevo 17 anni al Big Mamma, a Il Locale a Roma, ma anche tutti quei locali in giro per l’Italia in cui ho suonato e a cui auguro il meglio in un periodo difficile come questo».

Ambiente imprescindibile della vita di un musicista quello dei club, dei locali, dove si vivono sogni delusioni e successi, anche quando davanti a te ai un pubblico di poche persone. Morrison è un film in cui si respira tutto questo e in cui due generazioni si trovano a confrontarsi con le proprie speranze e con le proprie delusioni.

«Me lo ricorderò questo film, c’è voluto tanto coraggio e tanto amore per portarlo a termine, è stato un grido contro il buio».

Un film in cui Federico Zampaglione ha trasposto un immaginario emotivo e umano che prima aveva evocato solo nei suoi dischi, come racconta lui stesso nel pressbook. In cui un po’ si riconosce nei protagonisti. In quella voglia di conquistare il mondo, di far conoscere la propria musica che spinge Lodo e il suo gruppo a suonare intanto locali, ha montare su un furgoncino e viaggiare in giro per l’Italia. E in quel momento di smarrimento che vive Libero, arrivato al successo e ora bloccato in una sorta di limbo in cui non riesce a capire come andare avanti.

“Libero vuole solo scrivere, e non ricorda più che bisogna vivere per scrivere”

«C’è tanto di me in Lodo, perché ho vissuto la sua  realtà, andando in giro per l’Italia con la mia band, vivendo di piccoli successi. Magari in un locale suonavi davanti a 30 e il tuo umore cambiava per tutta la settimana… ma c’è anche qualcosa di me in Libero Ferri. Un artista che ha avuto successo, ma quando poi lavori per tanti anni in un campo, sai che devi passare attraverso alti e bassi. Non sarai mai sempre a fuoco. Ci saranno le vittorie e le sconfitte e le devi mettere in conto».

Cantante, musicista, regista, qual è il momento più bello per lui in un film e in un concerto? Nel caso di Morrison è stato l’ultimo giorno di riprese perché la pandemia rendeva incerto ogni passo. Nei concerti, proprio come per il giovane Lodo, era la fine dell’esibizione il momento migliore perché voleva dire essere riusciti a restare a galla.

«Adesso no! Mi godo tutto il concerto istante per istante e forse quando finisce mi dispiace anche un po’».

Vi lasciamo alla nostra intervista con Federico Zampaglione, ricordandovi che Morrison sarà nelle sale cinematografiche a partire dal 20 maggio.

Crediti foto@Ufficio Stampa Manzo&Piccirillo