Arriva su Disney+ ‘Star Wars: The Bad Batch’. Ce lo hanno raccontato Dee Bradley Baker, Brad Rau e Jennifer Corbett.

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Il 4 maggio è finalmente il giorno in cui arriva su Disney+ Star Wars: The Bad Batch, la nuova serie animata originale targata Lucasfilm. Un giorno non proprio casuale, considerando che si celebra lo Star Wars Day. E così – per festeggiare – gli spettatori potranno godersi una speciale premiere della durata di 70 minuti, a cui seguiranno poi nuovi episodi ogni venerdì a partire dal 7 maggio.

Star Wars: The Bad Batch segue il gruppo di cloni sperimentali d’elite della Bad Batch (introdotti per la prima volta in Star Wars: The Clone Wars) mentre trovano la propria strada in una galassia in rapido cambiamento nell’immediato dopoguerra della Guerra dei Cloni. Ognuno dei membri della Bad Batch – una squadra speciale di cloni che variano geneticamente rispetto ai loro fratelli dell’Esercito dei Cloni – possiede un’eccezionale e singolare abilità, che li rende soldati straordinariamente efficienti nonché un formidabile equipaggio.

Star Wars: The Bad Batch

Abbiamo chiacchierato con Dee Bradley Baker – voce ufficiale dei protagonisti della serie – che ci ha introdotto i personaggi, a partire da Hunter, «il leader del gruppo». Se Hunter ha la capacità di seguire gli odori e le tracce («È molto bravo a valutare il territorio», dice Dee), Tech è invece «techically oriented». «Ha sempre in mano qualche aggeggio a cui sta lavorando, ma è super cool, calmo e competente», dice Dee.

I «muscoli del gruppo» sono ben rappresentati da Wrecker, che ha ovviamente una forza incredibile. E poi ancora Crosshair – il «cecchino» – e Echo, un «clone modificato che arriva da The Clone Wars».

«Questa è la gang – scherza Dee – e sono sicuramente una potenza da cui guardarsi».

Star Wars: The Bad Batch, il lavoro con Dave Filoni e la fine della Guerra dei Cloni

Se Dee Bradley Baker è la voce della serie, dei dettagli più tecnici parliamo invece con Brad Rau (Supervising Director e Produttore Esecutivo) e Jennifer Corbett (Head Writer e Produttore Esecutivo). Entrambi hanno lavorato a stretto contatto con Dave Filoni, ideatore della serie.

«Avevo lavorato già con Dave per Star Wars Resistance – ci dice Jennifer – ed è stata una bellissima esperienza. Poter sviluppare una serie insieme a lui è un po’ come una Master Class sulla scrittura di Star Wars. The Bad Batch è il sequel di Clone Wars, per cui era fondamentale che Dave fosse coinvolto nel processo. Sono personaggi che ha creato lui e un mondo che conosce molto bene. Ogni copione è un insegnamento».

Star Wars: The Bad Batch

Jennifer e Brad – con la supervisione di Dave Filoni – sono partiti da una domanda molto semplice. Cosa succede ai Cloni una volta che la guerra è finita? «Come reagiscono due regimi differenti – dice Jennifer – a questo nuovo assetto? Ci sono nuovi modi di seguire le regole e di fare le cose. È stato interessante parlare della transizione dalla Repubblica all’Impero, perché è qualcosa che non troviamo nella trilogia originale, dove l’Impero domina». Con The Bad Batch invece ci spostiamo alle prime fasi della transizione e vedremo – racconta Jennifer – «pianeti e luoghi felici per la fine della guerra, senza capire le implicazioni dell’Impero. In un certo senso, è stato come preparare il terreno per quello che l’Impero diventerà poi, e che tutti conoscono».

In un mondo improvvisamente severamente regolato, The Bad Batch segue però le vicende di un team senza regole. «Non sono Cloni con una struttura di comando dall’alto in basso – specifica Dee – Sono una squadra. È stato interessante inserirli in mezzo a questo momento di trasformazione e scoprire cosa poteva accadere».

Omega e l’eredità di Star Wars

Tra i protagonisti della serie animata, una menzione a parte merita a questo punto Omega, improvvisa new entry. Con Hunter, Omega instaurerà una relazione padre/figlia, ma «non proprio – precisa Dee – perché Omega è interessante anche da sola. E poi aiuta lo spettatore a connettersi alla storia in modo più emotivo».

Più in generale però The Bad Batch è l’erede spirituale di The Clone Wars, per citare proprio Brad Rau. «Abbiamo voluto onorare lo stile e l’eredità di Clone Wars, intenzionalmente. Spingendo però su alcuni dettagli. C’è più focus».