L’11 marzo è uscito ‘Non mi Passa’, singolo di debutto di IN6N per Thaurus. IN6N ci racconta com’è nato il brano.

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L’11 marzo è uscito Non mi Passa, singolo di debutto di IN6N, nuova scommessa di Thaurus, accompagnato dal videoclip distribuito da Universal e firmato da Naffintusi. Al secolo Gianmarco Ciullo, romano classe 1994, IN6N in Non Mi Passa canta una frustrazione comune resa perfettamente anche dalla produzione di Becko.

«Il merito va al producer, a Becko. Il mio progetto nasce da influenze emo e metalcore. – ci dice IN6N – Facevo il fotografo per i gruppi metalcore della scena romana e abbiamo cercato di portarci dietro quel background musicale. Piano piano abbiamo alleggerito il tutto, rendendolo più catchy e alla portata di tutti».

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Non mi Passa, come altri pezzi, nasce in quarantena. In un periodo più che mai di disperazione e rabbia.

«Ho iniziato a ultimare il disco sotto quarantena ed è stato allucinante. – ci dice infatti IN6N – Sono stato fortunato perché ho usato la musica come valvola di sfogo. Anche se psicologicamente e socialmente è un periodo difficile. Questo singolo è nato dopo la prima quarantena, ho scritto molto sotto quarantena ma ho salvato pochissime cose. C’era solo rabbia. Questo pezzo può sembrare che parli di una pischella e un pischello che si lasciano. Invece è una metafora sui cambiamenti della vita che non accetti. Ti distruggi ma alla fine non ti passa. Nella vita si soffre, si cresce e si diventa più forti di prima».

Anche per questo Non mi Passa – dalla cover all’urlo che si sente nel brano – rappresenta la disperazione più della rabbia. Ma non è – almeno non volutamente – un pezzo generazionale.

«Ho immaginato di ubriacarmi una sera e di urlare. Molte persone a cui ho fatto sentire il pezzo mi hanno detto che arriva una botta di disperazione, in quel momento avevo quello. La frustrazione però è generale. A 15 anni andavo in comitiva. Ora ai pischelli glie rode talmente il cu*o che ti pistano per sfogarsi. È una generazione che passa dai TikTok alle risse in piazza. E senza musica, perché la stessa cosa la potevi fare a un concerto metal o trap».