Con il brano ‘Lezioni di volo’, il cantautore Wrongonyou accede alla finale di Sanremo Giovani sognando il palco del Teatro Ariston. La nostra intervista.

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Lezioni di volo è il brano con cui il cantautore Wrongonyou (nome d’arte di Marco Zitelli) tenta l’accesso al palco musicale più popolare della tv. Superata la selezione di AmaSanremo, l’artista si prepara alla finale di Sanremo Giovani in diretta in prima serata il 17 dicembre su Rai1, dal Teatro del Casinò della città ligure. E se il festival è la prima grande vetrina sul piccolo schermo, il percorso di Wrongonyou è tutt’altro che acerbo.

Con oltre trecento concerti all’attivo solo in Italia e stage importanti calcati a livello internazionale, per Marco la kermesse sanremese è a questo punto una tappa naturale. “La scelta di Sanremo è arrivata non per caso ma quasi – ci racconta – Quando ho scritto Lezioni di volo, come faccio sempre, l’ho fatta sentire alla discografica e loro mi hanno proposto di presentarla a Sanremo.

Non l’ho scritta pensando al festival ma, lo ammetto, quando si è iniziato a mettere in moto l’idea speravo che fosse con quel brano. Se la giocava solo con un altro, ovvero Vertigini, che sarà nel prossimo album. Per me questa partecipazione non è né un inizio né una fine, né la considero come qualcosa da cui dipenda la vita.

Semplicemente, dopo qualche anno in cui ho suonato ovunque, dal Primavera Sound di Barcellona al South by Southwest Festival in Texas, mi sono detto che era il momento di fare questo percorso. Così, quando mi è stato proposto, ho accettato subito e con entusiasmo.”

Per la copertina necessitavo di una figura che rappresentasse i concetti di volo e di fiducia. E dopo la prima idea scartata – quella di me stesso che regge un barbagianni (sorride, ndr) – ho pensato ai trapezisti con quell’attimo di sospensione e di libertà del lancio.

Unico tra i semifinalisti ad essersi guadagnato il massimo dei voti dai giudici di AmaSanremo, Wrongonyou ha accolto con attenzione il commento del Maestro Beatrice Venezi. “Aveva sentito anche altri miei brani in inglese e mi ha consigliato di ritrovare quella mia pasta vocale anche in italiano – spiega il giovane – Questo è proprio ciò su cui ho lavorato e sto lavorando tanto.”

Perché due sono, ad oggi, le stagioni artistiche di Zitelli. Quella in inglese incarnata dal primo album ‘Rebirth’ e quella italiana inaugurata da ‘Milano parla piano’. “Nella nostra lingua c’è una linea sottilissima che divide il soul dal neomelodico napoletano e c’è sempre il rischio di cadere in qualcosa che suona retrò. Sto cercando di dosare bene quell’aspetto vocale e di maturare sotto quel punto di vista.

In fondo, capiamoci, non ho mai ascoltato musica italiana prima di due anni fa. E non perché non mi interessasse ma perché in famiglia gli ascolti erano diversi. Ricordo che a scuola ero l’unico che in gita non conosceva mai le canzoni che si intonavano sul pullman… Quindi è qualcosa di nuovo, che sto scoprendo. Da qui, la mia concentrazione su voce e scrittura.”

Sto cercando di scrivere come in un flusso di immagini e parole libere, esattamente come facevo in inglese.

Ora, per l’Ariston manca solo un passo. “Come mi sento? È una sensazione mista di ansia, adrenalina e tante altre cose. – ci confida Wrongonyou – Alla fine, nella puntata di AmaSanremo in cui sono passato, fino a un secondo prima di essere sul palco canticchiavo tranquillo. Quando hanno fatto il mio nome ho iniziato a sudare: chissà cosa succederà stavolta.”

La musica, il concetto di volo e i prossimi live

Frutto della riflessione durante il primo lockdown, Lezioni di volo è scritta e prodotta con Adel Al Kassem e Riccardo Scirè, quest’ultimo produttore anche dell’album attualmente in lavorazione. “Nel periodo in cui siamo stati paralizzati, e soprattutto durante il primo lockdown, ho capito parecchie cose – osserva Wrongonyou in merito alla genesi del brano sanremese – Invece di vedere quella situazione in modo negativo, ho cercato di capire cosa volevo.

Mi sono risentito tutto l’album ‘Milano parla piano’ e mi sono rivisto per bene tutto, soprattutto relativamente alla mia transizione dall’inglese all’italiano. Mi sono messo in forma e fortunatamente non c’è stato nessun blocco dello scrittore, ho scritto davvero tantissimo e tra le canzoni nate c’è anche Lezioni di volo, dove il concetto di volare è mentale.”

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Sul ruolo della musica nel mondo attuale, Zitelli sostiene convintamente l’impegno. “La musica deve avere anche un ruolo sociale, soprattutto in un momento come questo. È un mezzo di comunicazione molto potente, anzi spesso le canzoni di denuncia sono state un modo per fare rivoluzioni sia in Italia sia all’estero. Oggi non si capisce quali siano le paure: la generazione più giovane cera solo oro e denaro, la mia canta solo di amori finiti male.

Sembra che non si parli d’altro nella musica, o amore o ostentazione – continua Wrongonyou – A maggior ragione sono contento di aver scritto canzoni che non parlano d’amore, anzi in un pezzo che ascolterete nel nuovo album parlo di depressione. Sentivo che era un tema da affrontare perché ne se parla poco. Eppure più di un mio conoscente, durante la quarantena, si è tolto la vita; serve sensibilizzare sulla questione.”

Con la musica si può ispirare o raccontare un pensiero perché la musica è un megafono. Se usata nel modo giusto non può che fare bene e aiutare.

Complice anche questa idea nobile delle sette note, Zitelli non va d’accordo con i live a distanza e i concerti in diretta social che sembrano deprezzare il lavoro musicale. “Non amo i live in streaming: dopo due mesi di lockdown, la musica sembrava essere diventata qualcosa di comune, con un valore minore per il fatto che fosse gratis. La musica non deve essere data per scontata, è un lavoro ed è un valore. Per questo, nel caso non si possa tornare dal vivo entro breve, preferisco aspettare”. E proprio come Wrongonyou insegna, nel frattempo ci prendiamo solo il meglio che c’è.

Foto da Ufficio Stampa Carosello Records