‘Alessandro Borghese 4 Ristoranti’ torna su Sky a partire dall’8 dicembre. Borghese ci racconta il suo lockdown e le novità della stagione.

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Martedì 8 dicembre torna su Sky e Now Tv Alessandro Borghese 4 Ristoranti, che andrà poi in onda con le nuove puntate ogni martedì. Nei nuovi episodi, lo Chef viaggerà da Milano a Bari – passando per la Riviera Romagnola, la Val d’Orcia e la Val di Chiana in Toscana, la Basilicata e Parma – scegliendo tra quattro ristoratori l’unico meritevole di premio. 4 Ristoranti torna non senza novità, a partire dalla Categoria Special che diventa fissa in ogni votazione (tutti e quattro gli sfidanti dovranno confrontarsi su uno stesso piatto, il protagonista di quella puntata) e da puntate speciali dedicate al Delivery o ai bikers. Se la produzione si è dovuta adattare alle nuove norme in vigore per garantire il distanziamento sociale, Alessandro Borghese assicura che la competitività non è di certo mancata. Anzi – giura lo Chef – se possibile l’adesione dei ristoranti al format a causa delle difficoltà del mondo della ristorazione, se possibile è aumentata. Confermando quanto 4 Ristoranti sia ormai considerato dai ristoratori e dal pubblico un programma cult.

«Il fatto che la gente si diverta per me è un grande orgoglio. – dice Borghese – Noi ci divertiamo come il primo giorno e probabilmente questo traspare. Ci sono un sacco di meme, storie, foto. Mi sono visto anche con la faccia di Trump che voleva ribaltare le elezioni».

Ovviamente, in questi nuovi episodi vedrete i ristoratori più distanziati e la sostituzione del furgone per garantire le opportune distanze ai partecipanti. Norme da rispettare a parte, Borghese sottolinea quanto la situazione attuale abbia portato poche modifiche al format, se non l’impossibilità di continuare filoni cari allo chef.

«Avevo preso quel bel filone della ristorazione italiana all’estero perché mi dava tanto. – ci racconta Borghese – Avevo programmato una doppietta negli Stati Uniti, nello specifico nell’area delle due coste. Appena si può, vorrei riprendere quel filone. Ci sono  ristoranti italiani anche in Groenlandia. L’italiano col ristorante è ovunque e all’estero dà il meglio di sé».

Alessandro Borghese e la vita in lockdown

Ma come ha influito il lockdown nella vita e nella carriera di Alessandro?

«Ho scoperto la passione della lentezza, ed è già una grande cosa. – dice lo Chef – Ho approfondito i gusti delle mie figlie perché, da papà che sta sempre fuori, perdo tanti dettagli. Non ho cucinato tanto perché ho fatto il lockdown con mia suocera, che ha cucinato per tre mesi. Ho imparato il non fare quasi niente e per me è una rarità».

Sulle iniziative del Governo, invece, lo Chef ha decisamente qualche perplessità. «Ci era stato chiesto di adeguarci perché c’è un serio problema e sono d’accordo. – dice Borghese – Così abbiamo fatto, abbiamo chiuso per tre mesi e speso un quantitativo di denaro personale per adeguarci alle norme. Poi ci hanno richiuso. Non faccio il politico, faccio il cuoco. Mi limito a fare il mio mestiere e non protesto perché non è da me. Da imprenditore, ho quattro aziende e 63 dipendenti. Credo che equiparare l’alta ristorazione alle altre attività ristorative sia sbagliato. Ci son due pesi e due misure. Posso dire che è una fortuna per me che le attività audio-televisive continuino. Però il 60% dell’azienda è chiusa. Spiace sentire di colleghi che non riapriranno più o sapere che non riesco ad anticipare la cassa integrazione. Se parliamo del 2020 abbiamo fatto due mesi di lavoro oggettivo. Stiamo a vedere cosa succede».