Venerdì 30 ottobre è uscito ‘Facile’, il nuovo album da solista di Davide ‘Boosta’ Dileo, che qui ce lo racconta senza filtri.

Venerdì 30 ottobre è uscito Facile, il nuovo album da solista di Davide Dileo, in arte Boosta. Un disco suonato – composto, arrangiato e suonato interamente da Boosta – con il proposito di rappresentare la colonna sonora di differenti stati d’animo e, nello stesso tempo, di questo preciso momento storico.

«Nel dramma di questa pandemia, mi si è aperta questa finestra, una possibilità. – dice Boosta – La musica strumentale mi ha sempre appassionato e ho sempre avuto una predilezione per il suono e per il concetto di colonna sonora. Con i Subsonica, questa parte della carriera sarebbe iniziata tra 5 o 10 anni. Quando è iniziato il lockdown si è fermato tutto e l’astronave madre ha messo i motori al minimo. Quello che so fare è fare musica, ho preso la palla al balzo e ho lavorato a un progetto di vita».

Il risultato sono le 12 tracce di Facile, figlio delle ispirazioni e delle suggestioni scaturite nei mesi scorsi (tra i più strani e dolorosi per l’umanità) e cresciuto nel silenzio del Torino Recording Club, lo spazio privato di Boosta.

«Mi auguro e credo che la musica sia magica. – racconta ancora Boosta – Quando senti l’esigenza di fare qualcosa, soprattutto se ciò che fai sono le canzoni, hai la necessità di osservare perché quello che scrivi si riferisce a ciò che vedi e senti. Con la musica suoni con l’unico fine di poter stare bene. Più passano gli anni più cerco di emozionarmi da solo, è uno spostamento di baricentro. Di solito inseguo ciò che succede, ma più passa il tempo e più voglio suonare cose che mi piacerebbe ascoltare. Non vuol dire essere presuntuosi, ma più onesti. Più sei sincero e più c’è la possibilità che qualcuno si affezioni a quello che fai. Sono stufo di fare cose nell’ottica di piacere agli altri, voglio essere fiero di fare cose che posso proporre. A volte succedono scintille di magia e suoni qualcosa che veramente ti emoziona».

«La musica ha una relazione binaria, con ognuno di noi. Non è importante se è impegnativa. La musica o ti dà qualcosa o non te la dà. Diventa uno strumento di vita. Non importa il motivo per cui uno scrive una canzone, è importante cosa diventa per le persone che la ascoltano. Per quanto la musica sia difficile, è sempre facile».

L’album si apre con il brano Fiducia e già dal titolo della prima traccia è chiaro il fine intimo e introspettivo di questo progetto.

«È un disco insicuro, ma rassicurante per certi versi. – dice Boosta – Non sono melodie forti e arroganti, non è balbuziente ma delicato. La fiducia è una lastra sottile che si può spezzare. Ci sono le canzoni di cui avevo bisogno adesso e vi giuro che avevo pezzi molto belli, ma non era il momento di rilasciarli».

«Non c’è nessuno nella vita che non ha una colonna sonora, la musica è un collante pazzesco».

Boosta, la situazione dei live in Italia

Il momento storico necessita, del resto, più che mai di collanti. Eppure, per la musica si tratta di un periodo drammatico, soprattutto se si pensa alla dimensione dei live show.

«Ci avviciniamo alle chiusure. – dice in proposito Boosta –  Arrivo dall’ultima data estiva dei Subsonica. Era sold out con capienza ridotta, le persone hanno dovuto rispettare tutte le regole e l’uscita è durata mezz’ora. C’è stato però un saluto commovente. In quelle situazioni capisci che la musica è un collante sociale e uno strumento che calma. Ho visto nei live di questa estate e nei live teatrali un’educazione strepitosa. Le persone che si approcciano al live lo fanno in modo consapevole. Mi sono ripromesso di non fare polemica, ma non ce la faccio a dare per scontato che abbiamo una classe dirigente all’altezza. Capisco il momento storico, però continuo a non avere la sicurezza ed è inevitabile. Non ho certezza nella capacità del governo di governare. Credo fortemente che siano inadeguati. Senti l’odore della confusione ed è bruttissimo da sentire in un momento drammatico, lasceremo tante macerie».

«Mi piace il silenzio quando ascolto me stesso, ne ho bisogno e mi sento a mio agio».