I Måneskin raccontano il nuovo singolo ‘Vent’anni’, in uscita il 30 ottobre: dalla collaborazione con Oliviero Toscani all’esperienza a XF.

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Si intitola Vent’anni il nuovo singolo dei Måneskin, in uscita venerdì 30 ottobre, che tornano a due anni di distanza dall’album di debutto Il Ballo della Vita. Ospite della web serie Star Walks – Quando il PArCo incontra la musica, la band ha presentato in anteprima il singolo con una performance live nell’ineguagliabile scenario dei palazzi imperiali sul Palatino, un’esibizione senza pubblico in uno dei luoghi più iconici al mondo. La puntata con i Måneskin – dal titolo Venti anni al Palatino – sarà trasmessa online il prossimo 2 novembre sul canale Youtube del Parco archeologico del Colosseo.

Prodotta con Fabrizio Ferraguzzo, la canzone è una sorta di lettera aperta alla propria generazione. Anche se, in realtà – come gli stessi Måneskin raccontano – è molto più di questo.

«Vent’anni parla della nostra visione e della nostra esperienza dei vent’anni. – dice Damiano in video conferenza – È un’età molto particolare e delicata. L’obiettivo che ha questo testo è quello di accorciare il gap generazionale, portando alla luce emozioni che secondo noi sono universali, indipendentemente della generazione di cui si fa parte».

Vent’anni, com’è nato il brano

«Quando abbiamo iniziato a scriverlo eravamo in lockdown – continua Victoria – non lo abbiamo composto insieme. È nato da Thomas che l’ha mandato a tutti su WhatsApp. Damiano aveva scritto un testo che si adattava perfettamente alla musica. Abbiamo unito i riff scritti da ognuno di noi in quarantena».

«Eravamo settati sul mandarci nuove idee e nuovi spunti – aggiunge a questo punto Thomas – quando ci siamo rivisti, ci siamo chiusi nella realizzazione di questo pezzo senza porci alcun tipo di limite».

Cosa significa, quindi, avere vent’anni?

«All’inizio del testo c’è una frase che dice Ho paura di lasciare al mondo soltanto denaro, che il mio nome scompaia tra quelli di tutti gli altri ma c’ho solo vent’anni… – spiega Damiano alla stampa – Vogliamo fare qualcosa che vada oltre lo scopo di generare profitto. Non vogliamo essere di passaggio in questa vita, puntiamo a fare qualcosa di significativo per noi e per chi ci segue. Il testo è scritto da due punti di vista. Ovviamente c’è quello di Damiano, quindi il mio. E poi ho immaginato di avere un’età tra i 50 e i 60, l’età di mio padre, per dire al me stesso del passato ciò che avrei voluto sapere. Spesso sentirsi dire le cose dagli adulti è un modo per allontanarle. Le sensazioni si vivono maggiormente a vent’anni, ma una cosa che abbiamo riscontrato sui social è che anche tante persone adulte vivono tuttora queste sensazioni. Quindi l’obiettivo è raggiunto».

I Måneskin e la collaborazione con Oliviero Toscani

Ad accompagnare l’uscita del brano, il fotografo Oliviero Toscani firma la campagna di lancio ritraendo la band con un’immagine che vuole essere un messaggio forte, senza filtri: liberarsi dalle sovrastrutture ed essere autentici, se stessi, senza veli inutili. «Libertà non vuol dire essere liberi di fare ciò che si vuole. – riflette Oliviero Toscani – Io, per esempio, mi sento libero quando sono incatenato a un progetto, perché in quel momento mi libero di tutti i miei complessi e limiti. Ecco per me essere libero è liberarsi dei complessi, non aver paura di sbagliare, di ricominciare, vuol dire di essere libero di rimettere tutto in discussione».

«Oliviero Toscani è un grandissimo artista e fotografo. – spiega Damiano – L’idea nasce dal fatto che le foto e le campagne di Toscani scatenano sempre grandi discussioni tra le persone e toccano temi molto conciliabili con i temi che dobbiamo trattare noi. È stata una scelta naturale».

«A vent’anni – aggiunge Vic – si è anche liberi di sbagliare e di essere se stessi. Non intendiamo questo messaggio di libertà come il fare ciò che si vuole. Vanno rispettate tutte le regole, soprattutto in questo momento. Ognuno deve fare il possibile perché si possa tornare alla normalità al più presto. Parliamo di libertà espressiva del proprio essere».

L’esperienza a X Factor

«Per noi X Factor è stata un’enorme vetrina. – commenta Victoria – Pensiamo che dia modo ad artisti emergenti e ai ragazzi di avere visibilità se si ha in mente un progetto. È un programma incentrato sulla musica».

«L’importante è sfruttare il talent come trampolino di lancio ed essere sempre te stesso» aggiunge Thomas, mentre Damiano conclude: «Il talent va utilizzato per ciò che si vuole dire. Noi avevamo le idee chiare da prima del programma. Non ci sentiamo neanche attaccati, in realtà siamo fortissimi, talent o non talent».